E dopo Puffo Forzuto, Puffo Quattrocchi e Grande Puffo, arrivò Puffo Macallan! Con il N.6 e la sua confezione di un allegro azzurro, si conclude l’iridescente The Edition series, le cui espressioni negli ultimi sei anni sono sempre state molto attese e molto ricercate, sia dagli appassionati sia dai collezionisti.
Uno di noi la settimana scorsa ha presenziato al lancio (ahinoi sempre virtuale) di questa release, che nasce per celebrare il fiume Spey e più in generale il paesaggio in cui è incastonata la gloriosa Macallan Estate. Dopo le edizioni dedicate al legno, al gusto, all’aroma, alla architettura e al colore naturale, ecco quella incentrata sul terroir e sulla natura dello Speyside.
Dalla sempre sorridente Nicola Riske, brand ambassador per l’Europa meridionale, e dal sempre ospitale mixology manager Angelo Canessa in rappresentanza dell’importatore italiano Velier, abbiamo appreso un po’ di cose sul nostro Puffo: in primis che il legame con il fiume è molto articolato (pure troppo!), dato che è realizzato in partnership con Hardy, tradizionale marchio di attrezzatura per la pesca sportiva, e con l’Atlantic Salmon Trust, l’ente che si occupa di ripopolare il fiume.
Inoltre, l’uomo che ha ispirato il “whisky maker” Steven Brenmer nella ricetta è Robert Mitchel, il ghillie della tenuta, ovvero il guardiapesca. Già, perché alla Macallan si può anche prenotare il capanno per la pesca alla mosca e rimanere ore a pregare che una trota o un salmone abbocchino. Ah, dimenticavamo la cosa più importante, la composizione del whisky: hogsheads e butts di rovere americano e spagnolo, di primo e secondo riempimento, ma tutti 100% sherry seasoned. Fine dello storytelling, ora si assaggi.
N: Macallan, ma sei proprio tu! La prima cosa che colpisce è la pienezza dello sherry. Sherry moderno, certo, a suo modo fresco e non greve, ma comunque intenso. In particolare il cioccolato trionfa in ogni sua forma, sembra di stare nel laboratorio di Knam. La quercia americana si fa sentire in una generale dolcezza, che va dal gelato Malaga alla crostata di toffee e noci pecan. Quella europea in sentori profondi di uvetta sotto spirito, prugne secche e tanta pesca, sia al forno che fresca. Spezie (cannella, noce moscata e tabacco) e arancia, un filo sulfurea. Frutta secca esuberante, marron glacè. Col tempo sembra spuntare dell’anice, e non è la suggestione del packaging color ghiacciolo.
P: un bel corpo pieno e oleoso, non ci stancheremo mai di dire come i Macallan a grado più alto dei classici 40% e 43% siano infinitamente più espressivi. Qui lo sherry è proprio un Oloroso vecchio stile e aromatico: vinosità avvolgente e acidità piacevole, che dà vibrazioni agrumate (arancia/chinotto, albicocca secca, tamarindo). La frutta prende anche la via del caco e della marmellata di prugne rappresa sulla crostata, a testimoniare una dolcezza presente ma mai piaciona. Caramello ancora, ancora frutta secca (noci pecan e crema di nocciole). Spezie piacevoli miste e dolci e una certa umidità da legno in cantina.
F: cacao amaro, croccante di mandorle e pesca (tra polpa e nocciolo). Fondo di caffè? Di certo lungo e soddisfacente.
Durante la presentazione qualcuno ha sottolineato la freschezza di questo whisky, che ad alcuni ricordava l’aria del mattino sulla riva dello Spey. Ma se per l’olfatto la cosa può funzionare, al palato si farebbe un torto a definirlo solo “fresco”. Per noi la cosa migliore è un ritorno pieno ai canoni della “Macallanità”, ovvero l’uso sapiente di botti di sherry che hanno costruito il mito della distilleria. Diciamo che lo avremmo usato per un colore più caldo dell’azzurro, ecco. E’ sciocco fare paragoni con i Macallan del passato lontano, ma per rimanere all’Edition series, era dal N.2 che non ne assaggiavamo uno così buono. Autunnale, cangiante, molto beverino, profondo. Ora però fuori il salmone, che ci è venuta fame, 88/100.
Sottofondo musicale consigliato: R.E.M. – Find the river.
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[…] Macallan Edition N.6 (2020, OB, 48,6%) – 88/100 […]