Whiskyfacile.com nasce nel 2011, quando Jacopo e Giacomo, galoppando verso la trentina, decisero di affogare nel whisky la consapevolezza che la morte si avvicinava giorno dopo giorno (si scherza, eh). Bei tempi quelli, beata gioventù…
Per anni abbiamo gravitato attorno all’industria culturale, tra ricerca universitaria e improbabili lavori paraeditoriali: l’acquavite di cereali non era il nostro lavoro, è stata fin dall’inizio una passione da condividere. Il mondo del whisky è incredibilmente affascinante, ma per goderne appieno non è necessario essere miliardari, avere una vestaglia di seta, dei folti baffi (anche se questi aiutano), una poltrona in pelle e delle comode ciabatte. Whisky Facile, dunque, vuol dire innanzitutto whisky raccontato divertendosi, cercando di demistificare tanti stereotipi che ancora circondano questo distillato.
A partire dal giugno 2020, la squadra si allarga ufficialmente: entrano a far parte di WhiskyFacile anche Marco Zucchetti, che già da tempo collaborava con noi bevendo e scrivendo, e Davide Ansalone, amico di lunga data che pur vivendo in Germania ha deciso di donarci la sua arte fotografica e cura la nostra pagina Instagram. La maggior parte delle recensioni sono dunque scritte da Jacopo, Giacomo e Marco, insieme; siccome però Zucchetti è un assaggiatore irrefrenabile, lui mantiene la sua rubrica mensile “Botti da orbi”.
Perché
Perché fare l’ennesimo blog sul whisky? E perché in italiano? La risposta è una sola: perché non c’è un blog di recensioni di whisky in italiano. O almeno non c’erano all’epoca della nascita di WhiskyFacile (sì, siamo stati i primi, concedeteci di menarcela un po’!). C’erano pochi ma ottimi siti che di volta in volta privilegiano iniziative personali, passioni, davano preziosi aggiornamenti sulle novità nell’industria del whisky… Noi però volevamo fare qualcosa di diverso. Nel 2020 abbiamo deciso di aprire anche all’inglese, traducendo pian piano l’intero sito e rendendolo disponibile anche ai non italofoni: questo perché ci siamo resi conto che dopo 10 anni di recensioni un sito del genere viene utilizzato soprattutto come database, e ci spiacerebbe perdere un possibile pubblico con cui confrontarci.
Anche se negli anni abbiamo collaborato e collaboriamo con aziende del settore (Pernod Ricard, Beija-Flor), siamo innanzitutto due appassionati: ci divertiamo a bere e ad analizzare, per quanto nelle nostre capacità, i distillati che beviamo. Ogni volta che abbiamo occasione, stendiamo delle tasting notes per i whisky, e vi garantiamo che l’esperienza di mettersi lì ad annusare e bere un whisky per poi cercare di sezionarlo è piuttosto divertente. Nelle nostre intenzioni, rendere pubbliche le tasting notes ha il solo scopo di condividere le nostre impressioni, sperando con il tempo di trovare occasioni di confronto. Ovviamente, nel momento in cui lavoriamo o collaboriamo per una certa azienda, ci asterremo dal recensirne i prodotti (ma su questo rimandiamo al disclaimer in fondo alla pagina).
Come (epistemologia di whiskyfacile e sistema di valutazione)
Non pretendiamo di insegnare a degustare un whisky. L’unico consiglio che ci sentiamo di dare è quello di essere curiosi, di cercare di assaggiare il maggior numero di whisky: è solo con l’esercizio e con l’esperienza che si acquisisce la capacità di “mettere le cose al proprio posto”, cioè di distinguere tra un buon prodotto e uno mediocre o semplicemente di riconoscere i propri gusti.
Ma ecco, noi più o meno facciamo così. Quando valutiamo un whisky teniamo in considerazione essenzialmente quattro aspetti: naso, palato, finale, impressione complessiva. L’unico criterio è il nostro gusto personale, che cerchiamo di affinare il più possibile attraverso l’esercizio: bevendo come delle spugne, insomma. In nessun modo la nostra valutazione è influenzata dal rapporto qualità/prezzo o dalla rarità del whisky che abbiamo davanti. Praticamente ogni blog dedicato al whisky spende parole su parole per spiegare il proprio sistema di valutazione. Noi non lo faremo, perché siamo abbastanza persuasi del fatto che non abbia senso ammantare la totale soggettività del gusto con una pretesa (e spesso malintesa) oggettività. Quel che possiamo fare, però, è essere coerenti con noi stessi, per cui se siamo in condizioni particolari, se un tal giorno siamo un po’ fuori fase, semplicemente evitiamo di bere, tanto mica ci guadagniamo niente. Inoltre, come molti di voi sapranno, la percezione di un whisky può cambiare, molto, perché i whisky stessi cambiano, e cambiamo noi che li beviamo: ad esempio, un whisky da una bottiglia appena aperta sarà (leggermente, eh) diverso da uno versato a bottiglia quasi finita, ecc. La morale della favola? Prendete con le pinze i nostri voti, lo facciamo per ricordarci se un whisky ci è piaciuto o meno; insomma, perché così il giorno dopo ci ricordiamo cosa abbiamo bevuto il giorno prima.
Dunque, per farla breve, usiamo una scala in centesimi, secondo la prassi più diffusa nei principali siti che si occupano di whisky. Prendendoci noi stessi non troppo sul serio, ci limitiamo a dire che: un whisky che valuteremo tra il 65 e 75 non è del tutto imbevibile e sgradevole ma è più che dimenticabile; tra 75 e 82 abbiamo a che fare con un buon prodotto che però non ci fa impazzire; tra 83 e 87 ci muoviamo in una terra piena di soddisfazioni; tra 88 e 90 siamo davanti a whisky cui portare il massimo rispetto; dal 91 in poi, state certi che siamo pronti a rischiare il carcere pur di accaparrarcene una bottiglia; sotto al 65, beh, abbiamo gettato i nostri soldi. Detto ciò, una regola fondamentale: i numeri valgono, ma contano di più le parole, le descrizioni.
Per ciò che concerne queste descrizioni, che di volta in volta proponiamo, tenete conto che vale il principio del retaggio culturale: come ci ha insegnato Proust, odori e sapori riattivano la nostra memoria personale, per cui tendenzialmente saremo in grado di cogliere analogie con cose che conosciamo. Potremo magari parlare di tabacchi da pipa o di agrumi siciliani; cercheremo però di non esagerare nelle suggestioni e di mantenerci “sobri”. Poi, va da sé, talvolta per divertirci un po’, ci lasceremo trasportare dalla suggestione verso i mondi degustativi più improbabili. Non siamo mica dei burocrati della degustazione, bisogna divertirsi qui!
Disclaimer (secondo un presunto galateo da blog) e #honestaaa
Siamo due appassionati di whisky: quello che troverete in questo sito altro non è che l’espressione delle nostre opinioni, che naturalmente sono sempre più che discutibili. Come abbiamo già scritto, due di noi ora lavorano nell’industria del whisky: speriamo siate sufficientemente attenti da notare come il fatto di lavorare per un’azienda o un’altra non sposti la nostra passione. Non siamo il megafono di nessuna azienda, e non abbiamo intenzione di farlo, mai: quando scriviamo su WhiskyFacile, siamo indipendenti e onesti, e vogliamo essere il megafono del whisky, tutto, perché è un prodotto che amiamo. Se non fossimo onesti e indipendenti, non saremmo credibili: e faremmo un danno solo a noi stessi. Non pensate che in Italia sia possibile lavorare senza conflitto di interessi? Non è un nostro problema, ce ne faremo una ragione. Francamente, ci riteniamo incredibilmente fortunati a lavorare con la nostra passione, e ne siamo orgogliosi: questa felicità non sarà mai scalfita.
Se siete minorenni, fuggite da questo sito, non è roba per voi (il nostro avvocato ci ha detto di scrivere così e noi lo facciamo). Più in generale, non incoraggiamo l’abuso di alcol, ma va da sé che in un blog di whisky le bevande alcoliche siano quantomeno protagoniste: se la cosa urta la vostra sensibilità, è un vostro problema.
Inseriremo, in coda ad alcuni post, dei video tratti da youtube, semplicemente per inserire dei sottofondi musicali, anche qui in base al nostro gusto personale e alla volubilità del nostro umore: cara Siae, noi non facciamo niente di male, perché non c’è davvero alcuno scopo commerciale, quindi stacci lontana.