Torniamo alle elementari. Sia perché – vi sblocchiamo un ricordo – ci viene in mente la maestra che spiegava appunto la flora e la fauna dei Paesi (il Messico aveva il cactus saguaro e un coyote disegnato in una scala che lo faceva sembrare Godzilla). Ma anche perché la serie Flora & Fauna di Diageo è sempre una buona base da cui partire. La facciamo breve, che negli ultimi mesi ne abbiamo recensiti altri, tutti arrivati grazie al nostro Ansalone. Oggi tocca a Inchgower, distilleria di seconda (terza? quarta?) fascia, situata nella zona costiera dello Speyside. Il distillato finisce quasi tutto nel blended Bell’s e dunque non si trova granché in giro. Il colore è un bell’oro.

N: decisamente classico, se ha senso utilizzare questo aggettivo per un whisky. In sostanza: sa esattamente di quello che ti aspetteresti da un single malt dello Speyside di 14 anni. Ovvero chipsi di mela, torta di mela, cereali della colazione con dentro dei fruttini disidratati (soprattutto banane, a mazzi). Rimanendo in territori infantili e nei pressi della colazione, ci ricorda il Kinder Brioss, forse per una cremosità lattea un filo industriale ma non sgradevole. Col tempo, accanto alla vaniglia, si sviluppa un sottile tocco di fieno secco e tisana di fiori. Non un trionfo di complessità, ma piacevole.
P: molto più dolce e morbido del previsto, con una crema di frutta che – lo stiamo per dire – arriva quasi al tropicale. Ecco, l’abbiamo detto ancora. D’altronde non è colpa nostra se accanto al succo di pesca emerge anche del maracuja. Nel secondo palato l’alcol si fa sentire forse un po’ troppo per i modesti 43 gradi. Detto questo, il mouthfeel non ne risente, anzi è piuttosto soddisfacente. Il legno, pur non invasivo neppure in questo imbottigliamento, è comunque presente: aromatico, forse legno di cedro.
F: zenzero, buccia di mandarino e mandorla. Qualcosa della granella di zucchero sulla colomba. Buona Pasqua.
Considerando che altre espressioni della serie ci avevano immensamente deluso, esultiamo per un whisky tutto sommato gradevole, ben fatto, discreto e senza difetti imperdonabili. Ci pare anche che i barili siano un filo meno scarichi di Auchroisk e Mannochmore. Il che consente di salire un paio di gradini nella scala della piacevolezza. Dai, 83/100 e non se ne parli più.
Sottofondo musicale consigliato: Medeski Martin & Wood – Uninvisible