Torniamo a fare un salto in Irlanda del Nord, dalle parti della prima distilleria ad aver ottenuto una licenza, ovvero la Old Bushmills. Ne abbiamo già parlato e se vi siete persi dettagli li potete trovare qui. Oggi abbiamo sete tipo Clint Eastwood quando viene lasciato nel deserto nel Buono, il brutto e il cattivo, quindi tagliamo corto. E ci versiamo il più invecchiato fra gli OB di casa, il single malt 21 anni. Che matura in barili ex bourbon ed ex oloroso, venendo poi affinato in botti di madeira. Questa è l’ultima release ad essere stata commercializzata con il vecchio packaging, che a fine 2021 è stato cambiato. Non cambierà invece la ricetta, né probabilmente il colore del liquido, che è di un rame chiaro. Ah, i ragazzi ci tengono a dire che è “Rare”, quindi ci approcciamo con rispetto.
N. si apre su note di legno e lucido dei mobili, ricorda quasi l’intensità aromatica del rye. Al di là di questa coltre di spezie natalizie (cannella su tutte), si spalancano due mondi. Da un lato una densa frutta matura, con banana, prugna e melone, albicocca “spetasciata”. Dall’altra una dimensione più grassa, con noci brasiliane (il madeira) e olii essenziali (forse arancia?). Cioccolato, uvetta e qualcosa di sporchino, quasi terroso e polveroso: noci con il loro guscio. Complicato, anche abbastanza intenso per essere solo a 40%.
P. qui l’ingresso è sulle note del vino, cosa che non era mai balenata al naso. Anche al palato è bello intenso per il suo grado: gran corpo, grasso e profondo. Ancora noci, astringenza in crescendo, si fa quasi allappante. Prugne acidine, cacao in polvere, c’è proprio un’acidità spiccata di bucce di uva fragola e quelle paste di cioccolato esotiche. Col tempo emerge una sensazione quasi di rum jamaicano, con esteri e ananas grigliato. Spuntano delle sfumature floreali decadenti.
F. forse la parte meno convincente: allappante, tra legno e vino rosso, astringente. Cioccolato extra fondente e tè super infuso ai frutti rossi
Partiamo con una nota di merito: per avere solo 40%, l’intensità è clamorosa. I barili di sicuro si fanno sentire, forse un filo troppo al palato. La nostra ipotesi è che, per tenere così compatto e soddisfacente il palato, siano state usate molte botti attive, che da un lato consentono una maggiore riduzione alcolica, ma dall’altro lasciano un impatto tannico notevole. Forse anche il vino pompa un po’ in eccesso e l’effetto è quell’astringenza eccessiva. Un Irish-non-Irish, ricchissimo e grasso. Cose belle e cose meno entusiasmanti, la media è un 86/100.
Sottofondo musicale consigliato: Goat – Goatfuzz
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