Jack Wieber, l’imbottigliatore tedesco che abbiamo imparato a conoscere anche grazie al suo importatore Fabio Ermoli, è sicuramente un personaggio interessante e un selezionatore sopraffino. Il problema è che l’uomo è anche preda di ossessioni ferocissime, roba che al confronto la nostra fissa per le note “tropicali” nei whisky sono uno scherzo. Come spiegare altrimenti la scelta di dedicare una serie di imbottigliamenti ai treni e una ai pesci combattenti? In attesa che un bravo profiler dell’FBI ci dica quali disturbi lo tormentano, sguazziamo nel suo acquario e sorseggiamo un Deanston di 19 anni. Reggerà il confronto con il clamoroso Blair Athol della stessa serie ‘Fighting fish’ che già abbiamo avuto la fortuna di assaggiare? Intanto, non ditelo a nessuno, acqua in bocca. Il colore è paglierino chiaro.
N: ehi, niente di semplice qui, si capisce subito che c’è da studiare. Si apre acido, sulla buccia di agrume, pompelmo e cedro, ma con una bella coda profumata, tra la camomilla e l’acqua di fiori d’arancio. Da qui, però, si parte per un territorio inesplorato e inorganico davvero curioso: un accenno di fiammifero si tramuta in note polverose, di dunnage. Difficile da rendere, è un insieme di sensazioni che vanno dal gesso al cordame e al vimini. Col tempo, la vaniglia sale sul palco. Complesso.
P: continua a sorprendere, stavolta con un calore avvolgente e morbido. Parte dolce, con crema alla vaniglia, liquirizia Haribo, cioccolato bianco (e scaglie di cocco?), malto e una limonata tiepida col miele. Gli agrumi ci sono ancora, anche se più verso l’arancia, ma fanno un passo indietro. Nell’evoluzione la dolcezza, pur fiera, cede il passo: spezie (pepe) e tisana alle erbe (melissa?). Resiste un generale senso di whisky alla vecchia maniera, di quelli un filo sporchini che si risolvono in un retrogusto fieramente secco.
F: medio lungo, ancora agrumi misti, zenzero e quel delizioso tocco cremoso.
Viva i disturbi ossessivi-compulsivi che sfociano nella genialità se il risultato sono imbottigliamenti come questo. Deanston è distilleria poco considerata, secondo noi decisamente a torto. Il fatto è che spesso – almeno sugli invecchiamenti medio lunghi – dà vita a whisky molto sfaccettati e per nulla scontati, sempre affilati. Qui la dimensione più straniante, data dalle note più inorganiche e da quell’aura “anticata”, ci sembra davvero riuscita. E ben si coniuga con le altre anime di un dram che ci è piaciuto tanto tanto. 88/100.
Sottofondo musicale consigliato: Morphine – Buena
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[…] Deanston 19 yo ‘Fighting fish’ (1999/2018, Jack Wieber, 51,1%) – 88/100 […]