Restiamo connessi con il gruppo Facebook “It’s all about Springbank” e dopo il 27 anni clamoroso di ieri passiamo all’altro imbottigliamento, che ha passato 21 anni in un refill sherry hogshead. Ne sono state prodotte 150 bottiglie e bisogna ammettere che qui in etichetta le arti grafiche hanno fatto passi da gigante. Il colore è un paglierino molto carico.
![](https://www.whiskyfacile.com/wp-content/uploads/2021/02/IMG_0080_155-1024x1024.jpg)
N: se di solito si ragiona per colori di frutta, qui ragioniamo per molluschi: il 27 yo era un piatto di ostriche e limone, questo è un plateau di cozze, più scure e dolci, meno estreme. Si sente più torba al naso, distintamente falò sulla spiaggia con barbecue di pesce, con grasso e succhi che colano sui tizzoni. E mentre ve lo diciamo controlliamo sull’altimetro di non aver superato la stratosfera del delirio sensoriale. Di nuovo quella mineralità di Aspirina e gesso (in crescendo), ma qui emerge più una parte dolce (marmellata e liquore di arancia). C’è anche una sensazione vinosa di sherry, non Oloroso ma forse Fino o Manzanilla, comunque un vino con flor di lieviti. Liquore di alloro, qualcuno dice Genepy e non siamo in grado di dargli torto. Diventa molto verde-arancione, ma per fortuna Pisapia e Salvini non si metteranno mai insieme. Forse…
P: il primo impatto è una frutta dolce e processata, tra cotognata, marmellata di arance e qualcosa di tarte tatin con mele un po’ aspre. Infatti accanto alla dolcezza c’è da segnalare una certa guizzante acidità. L’aspetto che noi adoriamo, cioè quello costiero, fa un passo indietro, ma continua ad agitarsi: olive nere dolci, un tocco di iodio, un accento umidino. Siamo paralizzati su questa immagine: arancia caramellata con sopra le olive nere della pizza. Pian piano si fa più salato e la parte dolce lascia il passo. Come il 27 yo, la torba emerge alla lunga, un po’ bruciata. Il corpo è più spesso, oleoso.
F: olive nere, cenere e bassa marea, ancora scorza di arancia caramellata.
Qui siamo a 90/100. Il naso è fantastico, caleidoscopico, un continuo giocare a rimpiattino tra il mare e la frutta, la dolcezza e la torba. Il palato – pur restando commovente – mostra un microscopico neo: è come quando monti un quadro di Fontana su una cornice barocca, in un contesto perfetto aggiungi un elemento (il barile di sherry) che non rovina nulla, ma sposta il focus. E il risultato è eccellente, ma non sovrumano. ps. Mentre uno di noi ha vergato queste immortali righe, l’altro non riusciva a smettere di annusarlo. Abbiamo dovuto chiamare i servizi sociali per disintossicarlo e salvarlo da se stesso, come i meninos de rùa che sniffano colla nelle favelas.
Sottofondo musicale consigliato: Faith no more – Epic