La strenna natalizia di Claudio Riva è arrivata, direbbe qualcuno: e farebbe bene, perché in effetti ogni anno, quando il freddo inizia a mordere le chiappe dei più, e l’opzione divano-coperta (possibilmente in piacevole compagnia, cosa che da sola basta a spiegare la grande quantità di donne incinte in tarda estate, ma insomma, forse divaghiamo) diventa primaria, ecco: arriva Riva e come un babbo natale anticipato e senza barba porta nei bicchieri degli appassionati un Laphroaig da lui personalmente selezionato. Quest’anno la scelta appare rivoluzionaria: trattasi infatti di un NAS, miscela di tre botti (se non andiamo errati e non riportiamo male rumors, trattasi di due sopra i dieci anni – anche tanto sopra – e una sotto), e qui trovate le spiegazioni che il buon Claudio offre per motivare l’opzione. Il nome “Arcobaleno” non è un tributo alla comunità LGBT, bensì al bellissimo arcobaleno avvistato all’ultimo Feis Ile da Claudio & co. Bando alle ciance, via alla degustazione.

N: rispetto all’altro di Valinch, questo ‘strilla’ nel bicchiere, con un profilo simile ma decisamente più intenso; emerge un distillato nervoso, con una torba fumosa aggressiva, da motore diesel; e con una marinità esuberante, da nuotata, quasi pesciosa (ci fa venire in mente con grande evidenza le ostriche). Anche qui quel velo di borotalco, che si somma ad una nota ‘organica’ ma quasi ‘dolcina’, che ci rappresentiamo con: emmenthal. Un che di caramello, di legna calda e bruciante; limone zuccherato.
P: molto denso e masticabile; rispetto al Valinch, vive meno di fiammate di sapore, restando più lineare – e proprio questa sua ‘liquorosità’ lo rende affascinante, perché questo lato va a impattare con l’anima Laphroaig più verace. La dolcezza è di meringa, zucchero liquido e un senso di toffee e un qualcosa di vagamente marsalato. E, per suggestione fonica, mar salato, con un fumo acre e ceneroso. Pare a un certo punto di riconoscere quasi qualcosa di… saponoso?, forse un ricordo di dopobarba?
F: dolciastro, caramellato; e acqua di mare, e fumo acre. Lungo, non inesauribile ma molto intenso.
Molto diverso dallo sparring partner d’occasione: decisamente più evidente l’apporto del legno, che si porta via qualcosa in complessità soprattutto al palato, in cui peraltro compare qualcosa di vinoso (di nuovo, forse ricordiamo male ma ci pare di aver sentito che almeno una delle botti ha passato un finish: forse di Marsala? ma è pura speculazione). Comunque, molto buono, come sempre, e ad un prezzo davvero onesto: 85/100.
Sottofondo musicale consigliato: Tame impala – Solitude is Bliss.
One thought on “Laphroaig ‘Arcobaleno’ (2015, I Love Laphroaig, 50,3%)”
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