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ST. KILIAN DISTILLERY – UNA SCHEDA

Da oggi sono disponibili sul nostro ecommerce i nostri due nuovi imbottigliamenti: stavolta siamo usciti dalla Scozia per entrare nell’Europa più europea, e abbiamo selezionato due barili di St. Kilian, distilleria tedesca che da qualche anno sta stupendo gli appassionati con la sua produzione. Un barile ex-Bourbon (anzi, ex-Jack Daniel’s) e un altro ex-Sherry Pedro Ximenez, distillati lo stesso giorno e che però hanno preso direzioni diverse. Ma una domanda è lecita, prima di tutto: chi è, cos’è St. Kilian? Proviamo a rispondervi qui sotto…

Quando nel VII secolo i monaci irlandesi Kilian, Kolonan e Totnan arrivarono alla corte dei duchi di Turingia per convertire le terre dei Franchi al cristianesimo, non fecero una bella fine, tant’è che vennero martirizzati e ora sono i patroni della Franconia. Ma se la missione di evangelizzare i pagani ebbe esiti un po’ cruenti, in una cosa i tre riuscirono in pieno: far conoscere alla corte di Wurzburg e alle popolazioni locali le gioie dell’aqua vitae.

St. Kilian, la più grande distilleria di whisky tedesca, prende il nome da uno di quei tre monaci. Tre sono anche i fondatori, che nel 2012 posarono la prima pietra a Rüdenau, paesino di 760 abitanti nella Baviera francona, quell’angolo nord-occidentale che si incastra fra Assia e Baden-Württemberg. Qui, i monaci mischiarono il loro distillato di orzo con l’acqua creduta curativa della sorgente Ottilienbrunnen. Qui, il finanziere Andreas Thümmler, l’ irlandese David Haynes e il master distiller Mario Rudolf hanno scelto di “fare whisky come gli scozzesi”.

Cosa significa? Semplice, St. Kilian è l’unica distilleria tedesca ad avere alambicchi pot still in rame originali scozzesi (due Forsyth’s da 6000 litri, dal collo di cigno sottile, con i classici condensatori shell & tube per uno spirito il più “pulito” possibile). Un unicum che si riflette nel packaging delle loro bottiglie ufficiali, a forma di pot still appunto.

Il primo liquido è uscito dagli alambicchi di St. Kilian nel 2016, la prima release è del 2019. Da allora i pronipoti dei monaci irlandesi hanno ottenuto parecchi riconoscimenti internazionali e sono diventati anche discretamente famosi per la serie di imbottigliamenti dedicati alla band metal Judas Priest e a Bud Spencer e Terence Hill, che in Germania sono più famosi di Taylor Swift, e come dar loro torto.

Al di là di Trinità e Banana Joe, però, è tutta la filosofia produttiva ad essere interessante. A partire dalla materia prima: l’orzo è di varietà Laureate, Concerto e Planet, e in parte viene coltivato biologicamente da Andreas Heim nella vicina Amorbach. Del maltaggio si occupa il maltificio Weyermann di Bamberga, culla della birra, che fornisce sette diversi tipi di malto non affumicato e uno affumicato con legno di betulla. Il malto torbato con cui sono stati distillati anche i nostri due barili proviene invece dalle Highlands scozzesi (Glenesk maltings) e il livello di torbatura è misurato in due modi, per rendere le cose più complesse: con l’analisi cromatica risulta torbato a 54 ppm, mentre con la HPLC (High Performance Liquid Chromatography), la più usata in Scozia e quella cui normalmente facciamo riferimento quando parliamo di ppm, la torbatura è di 80 ppm.

Il lievito usato è il tradizionale M1, il più comune nella produzione di Scotch; la fermentazione nei 4 washbacks di abete di Douglas (o pino dell’Oregon) da 10.800 litri è lunga ma non lunghissima, e dura circa 65 ore. La maturazione avviene invece in un luogo particolare: a 6km di distanza dalla distilleria, nelle foreste dei monti Odenwald, sorge la cosiddetta Bunker City, un complesso di 80 ettari di bunker dove la NATO stoccava le munizioni durante la guerra fredda e che oggi ospita 11mila botti di St. Kilian. L’angel share dipende dal tipo di legno (qui amano sperimentare: sono oltre 90 i diversi tipi di barile), ma mediamente è fra il 3 e il 4%. Sono stati portati avanti anche esperimenti di maturazione sotterranea, con barili di 30/50 litri messi in casse di legno poste due metri sottoterra ma ci teniamo a rassicurarvi: i nostri due single cask non hanno subito questo trattamento cimiteriale.

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