La cara, vecchia Bowmore è sempre uno dei porti a cui torniamo volentieri, perché ci siamo affezionati come a MacGyver: ci hanno entrambi tenuto compagnia quando eravamo giovani. Quindi è con curiosità che ci accostiamo a una boccia del core range lanciata nel 2021. Non è la prima volta che esce un Bowmore ufficiale invecchiato 9 anni, ma il precedente era maturato in botti di sherry. Qui invece si parla genericamente di “oak casks”, come se fosse una particolarità e si potesse invecchiare lo Scotch in cassette di polistirolo… Va beh, diamoci dentro che Corrado ha preso la bottiglia in Francia e non vorremmo lo avesse fatto invano. Il colore è un oro carico aranciato, ma tanto è un dettaglio totalmente ininfluente, essendo evidentemente colorato col caramello.
N: quel che succedeva in altri Bowmore ufficiali un po’ deludenti, ovvero che il barile soffocava l’anima del distillato, qui pare non capitare. Si apre minerale, con una bella sensazione di iodio e freschezza. Ed è proprio il distillato a farsi sentire: frutti di mare con il limone, carpaccio di spada affumicato (sì, lo spada, non il salmone: non è così grassoccio). C’è anche una parte di frutta, tra l’albicocca e la pesca, che ricorda una macedonia salatina, in cui qualcuno ha versato un goccio di salamoia di olive. Erica, nel senso di pianta, non di qualche vostra amica.
