Chi di voi è abbastanza coraggioso da seguirci sui social media, oltre a venire ammorbato dagli aggiornamenti delle nostre bevute e delle nostre recensioni, ha la impagabile fortuna di poter vedere le nostre “storie”. Ovvero i filmatini e le foto che testimoniano quando qualcuno di noi fa, beve o visita qualcosa di interessante. Ecco, negli scorsi giorni potreste esservi imbattuti nelle immagini di un nostro barbuto collega che zompettava garrulo tra pub e colline nello Speyside. Che cosa ci facesse Zuc da quelle parti sarà lui stesso a raccontarcelo quando si degnerà di fare un reportage, ma nell’attesa di scoprirlo possiamo avere un piccolo teaser: le tasting notes di un Macallan da ricchi (oddio, sono quasi tutti da ricchi…), ovvero la release 2023 del decanter “M”.
Di cosa stiamo parlando? Beh, di un gioiello, sia in termini di posizionamento sul mercato, sia in termini di qualità: decanter di cristallo Lalique a sei facce (i sei “pilastri” della filosofia Macallan) e single malt NAS tratto da barili eccezionali sapientemente selezionati con cura. Il che fa sempre ridere, come se qualcuno invece i barili li facesse estrarre a sorte da un bimbo bendato come i bussolotti dei sorteggi di Champions League… Ad ogni modo, è una sherry bomb che viaggia intorno agli 8mila euro e Zuc l’ha sgargarozzata a fine cena in distilleria. Il colore è mogano, la nostra invidia è verde.
N: il primo naso è totale, ha la maestosa possenza di certe armature regali, che un po’ incutono timore e un po’ comunicano ricchezza. L’anima di sherry è quella vecchio stile, quella dei grandi Macallan di un tempo. Prugne secche sopra a tutto, sotto un turbinio di note di frutta processata e sensazioni più scure e profonde. Proviamo a fare ordine. Dal lato frutta spicca un’esuberanza di frutti di bosco, che parte dai lamponi, arriva alla marmellata di ribes (quella che si usa nella Linzer torte austriaca!) e prende perfino la via della granatina. Molto vivace. L’altra metà del cielo – quella più misteriosa – unisce l’inconfondibile sentore di pavimento di dunnage, la carruba, la glassa di aceto balsamico e la frutta secca (mandorle soprattutto). Il tutto in una fusione pressoché perfetta, resa ancor più complessa da guizzi balsamici di pigne e resina e spezie: cannella soprattutto. Col tempo emergono anche arance caramellate, qualcosa di violetta e una mora impressionante e in crescendo. Naso da top.
P: ecco, se il naso è da top, il palato non sarà da gun, ma lascia per strada qualche punto. E’ come se il sovrano dell’olfatto, vigoroso in battaglia, qui mostri tutta la sua età e qualche stanchezza. L’impatto del legno, della lunga maturazione, qui reclama il suo tributo di freschezza e in bocca il sorso è molto asciutto. La dominazione del legno rende in generale il sorso meno scattante e forse il grado bassino qui è ancor più evidente. Detto questo, sia chiaro che sempre di bevuta sopraffina si tratta. Ci sono foglie di castagno essiccate, polvere di cacao, frutti rossi essiccati. In generale ogni succosità è scomparsa e l’asciutta astringenza dello sherry, seppur molto elegante, prende il comando. Il retrogusto fortunatamente è più sui toni della frutta disidratata (mele rosse e bacche di goji).
F: amarognolo, medio-lungo, con una bomba di chinotto e mandorla a chiudere. Té nero e tabacco, a dare un sofisticato e lungo ricordo di fogliame.
Scindiamo l’aspetto volgarmente economico dal liquido. E diamo subito 90/100, che è quel che si merita questo whisky. Il quale sfoggia un naso aristocratico e ricco di sfumature e rimandi al glorioso passato che fu della distilleria. Una promessa di gloria che il palato rispetta solo in parte, forse mostrando un eccessivo influsso del legno e una relativa astringenza impattante. Questo è il piccolo difettuccio che ci trattiene dall’insignirlo di ancor più generosi riconoscimenti. Poi, detto tra noi, riconosciamo pure che 8k per questo whisky sono follia, ma noi che ne sappiamo di come ragiona un miliardario asiatico che se lo sboccia per correggerci il caffè di cicoria?
Sottofondo musicale consigliato: Crash Test Dummies – Mmm mmm mmm mmm