Glenburgie è una di quelle distillerie i cui rilasci di single malt sono più rari di un discorso di Ansalone senza allusioni sessuali. Se non ricordiamo male, abbiamo visto solo un imbottigliamento ufficiale: un 15 anni lanciato all’interno di una serie di tre releases dedicate ai malti base del blended Ballantine’s, insieme a Miltonduff e Glentauchers. Per il resto, Glenburgie si trova solo tra gli indipendenti, e anche in questo caso è un indipendente a proporlo. Il single cask selezionato dai fratelli Thompson in esclusiva per il loro importatore italiano Beija Flor è un refill hogshead di 27 anni e noi ne abbiamo grattato un campione all’ultimo Milano Whisky Festival dopo che 3 o 4 persone ci avevano suggerito di assaggiarlo. Il passaparola in questi casi è garanzia di qualità, quindi lo beviamo con alte aspettative. Il colore lo fa somigliare a un bel moscato giallo.
N: polline! Polline combina guai, su nell’Olimpo felice tu stai… Ah, no quella era Pollon. Si apre con un entusiasmante profumo di miele e nettare, davvero spettacolare. Dolce e teso insieme, mette in mostra una collezione da museo di suggestioni fruttate che rasentano il capolavoro: ananas succoso, mirabelle, kumquat, canditi di cedro… Ma la frutta assume anche la forma della pasticceria: tartellette di mela e crema, clafoutis, budino alla vaniglia. C’è un profumo compatto e inebriante, che con il tempo vira in una dimensione nuova: c’è una distinta nota di erboristeria, con fiori secchi ed essenze, e soprattutto camomilla ed elicriso. Delizioso.
P: un velluto di frutta da perdercisi dentro. Si apre con un succo d’ananas arricchito con latte e panna. Pesca gialla, di nuovo miele e propoli. Vivace e fresco, c’è ancora una brillante acidità che dimostra come il distillato stia invecchiando benissimo e non mostri i segni del tempo. Il legno c’è, eh, con la sua bella eredità di noce moscata, liquirizia e frutta secca. Noci di macadamia e torroncino all’arancia, quello ricoperto di cioccolato bianco. Ha ancora un bello spunto esplosivo, a cui si accoppia un corpo oleoso e masticabile. Pieno, gradazione perfetta, ne vorremmo una sacca da flebo da cui non separarci mai.
F: avvolgente, con crema all’ananas dolce, legno, zenzero candito e una parte citrica.
Non è multidimensionale, ma quella dimensione è talmente splendida che non vorremmo vivere da nessun’altra parte: 92/100. Un whisky eccellente, in cui l’anima fruttata ed elegantissima si amalgama con quel tocco di polline che ci fa impazzire. Il tutto, elevato all’ennesima potenza da un invecchiamento perfetto in barili rispettosi dell’eleganza del distillato. Sarà che al contrario di questo Glenburgie noi stiamo invecchiando male e ormai abbiamo gusti da borghesoni attempati, ma questo genere di whisky è sempre più in cima alle nostre preferenze.
Sottofondo musicale consigliato: Black pistol fire – Never enough
One thought on “Glenburgie 27 yo (1995/2023, Thompson brothers, 52.3%)”
Veramente c’è stato un imbottigliamento ufficiale di Glenburgie precedente di un decennio rispetto al 15 anni cui avete accennato.
Era il 5 anni, ancora denominato in etichetta Glenburgie-Glenlivet, importato negli anni ’80 da Soffiantino.
Ad onta del breve invecchiamento, ricordo essere stato un prodotto più
che dignitoso e piacevolmente beverino.
Ebbe da noi all’epoca una certa diffusione, tanto che lo si può ancora
trovare, anche se ad un prezzo “aggiornato”, fra i 150 ed i 200 Euro.
Grazie per la cortese attenzione.