Oggi mettiamo uno contro l’altro un single grain e un blended malt. Che senso ha, vi chiederete voi, è come far combattere su un ring di MMA Nino Frassica e Giacomo, perché farlo? Beh, perché con tutta sincerità voi non ve lo guardereste un incontro all’ultimo sangue fra Nino Frassica e Giacomo? Ecco. Archiviata quindi questa stucchevole vena polemica, torniamo alla sfida situazionista.
Nell’angolo a sinistra c’è un single cask di North British imbottigliato dai ragazzi di The Whisky Gallery, etichetta indipendente con sede a Sofia che da anni imbottiglia mettendo in etichetta le carte dei tarocchi.
Nell’angolo a destra un blended malt creato da Billy Walker (GlenAllachie) con malti di Islay, anch’esso invecchiato 12 anni.
Pestatevi e che ne resti vivo solo uno.
North British “The magician” 12 yo (2006/2019, The Whisky Gallery, 49%)
Il barile 818332 ha dato 242 bottiglie. Il mago in etichetta sembra un culturista ossigenato che fa il funambolo su una scacchiera brandendo una lancia infuocata. Non sappiamo che maghi girino in Bulgaria, ma da noi al massimo c’erano Otelma e Forrest… C: vino bianco. N: grano. E ahimé non è detto nell’accezione un po’ goduriosa di quando vedi dei soldi inaspettati. No, qui ci sono le note un po’ di vernice che spesso accompagnano i grain e una sensazione di cereale insilato abbastanza innocua. Zucchero, pera candita, alcol industriale. Vodka. Non bene. P: dolce, alcol, vago cereale. Qualcosa di biscotti alla vaniglia e alla mela. Forse i Plasmon, con una punta di floreale. Ci abbiamo provato, ma non ci viene altro. F: corto, dolciastro, alcolico.
Mago Oronzo, al massimo. Non c’è quasi niente in questo grain, purtroppo. Ma era abbastanza prevedibile da due fattori: 1) i grain sono ottenuti da impianti continui, che raffinano il distillato fino all’osso, lasciando poca “ciccia” attaccata. L’unica maniera che hanno per evolvere e dare qualcosa è una maturazione importante. 2) a 12 anni l’invecchiamento non è sufficiente, soprattutto se il colore è così trasparente, segno del fatto che le botti non erano particolarmente attive. Ecco, ce lo aspettavamo ma oggettivamente non così miserello. Un mesto 71/100.
MacNair’s Lum Reek Peated 12 yo (2020, OB, 46%)
Si narra che Harvey MacNair, distillatore e imprenditore dell’epoca Vittoriana, un giorno si stesse godendo un dram in un casotto di pesca dopo un pomeriggio alle prese con i salmoni dello Spey. Il camino (lum) si ostruì e il fumo invase la casetta. L’uomo, invece di morire per le esalazioni, ebbe modo di apprezzare gli effetti positivi sul suo whisky. Ah, che bello lo story telling, così realistico… Ad ogni modo, qui ci sono single malt di Islay. Botti bourbon, PX e sherry. Ahinoi, la facciona di MacNair, che ricordava così tanto quella di Alessandro Volta sulle diecimilalire, è stata tolta dall’etichetta recentemente. C: paglierino. N: giovane, marino e fumè. Si avverte un distillato leggero, acerbo, con una poderosa parte limonosa (lemongrass, bucce di limone) e una certa parte di mineralità costiera, piuttosto spumosa e iodata. Il fumo è delicato ma presente, piacevole. Qualcosa di orsetti gommosi (il gusto sceglietelo voi, ci sembravano quelli bianchi, che comunque non sono orsetti polari, sia chiaro). Piacevole, innocuo ma piacevole. P: decisamente più torbato rispetto al naso, ha dalla sua un grande equilibrio che lo rende super-beverino. Andiamo con ordine: torba più cenerosa, acqua salata, ancora limone. Sa di Dirty Martini, per alcuni versi. Dietro quest’anima affilata c’è una dolcezza abbastanza basica di limone e zucchero (quasi gazzosa). Fieno umido, bastoncino di liquirizia, sprazzi di tannino e legno dalle botti sherry. F: non lunghissimo, pulito, pizzicorino alcolico. Salamoia.
Un entry level onesto, senza grilli per il capo. Giovane, poche cose ma senza difetti, una torba ordinata che fa il suo mestiere. Il whisky giusto al posto giusto, come il cassiere alle poste che ti spedisce la raccomandata senza fare errori: non sarà l’uomo più interessante con cui avere a che fare, ma in quel momento serve lui, nient’altro: 82/100.
E Giacomo spaccò la faccia a Nino Frassica.
Sottofondo musicale consigliato: Beastie Boys – (You gotta) Fight for your right (to party)