La Scatola del Compasso non sempre raccoglie le lodi che merita. In realtà, l’etichetta fondata nel 2000 dall’americano John Glaser ha portato ad un livello superiore il concetto di blended malt e spesso i suoi imbottigliamenti sono piccoli capolavori alla portata di tutte le tasche, senza aggiunta di coloranti e senza filtrazione a freddo. In passato abbiamo assaggiato qualcosina, oggi approfittiamo di un sample che abbiamo prelevato forzosamente dallo showroom milanese di Velier: si chiama Orchard House e riunisce i malti più fruttati, come dice il nome. Le distillerie coinvolte sono Clynelish, Benrinnes, Caol Ila, Balmenach, Glen Moray, Tomatin e Linkwood. Le botti sono first fill bourbon, Oloroso e french oak. Il colore è un paglierino chiaro.
N: ovviamente un frutteto, nomen omen: mele golden, pere succose, ananas sciroppato, ma anche qualcosina di più asprigno e dolce insieme come il kiwi. La frutta è croccante e matura, ma non decadente. Per intenderci, non ci sono quelle note di composta o marmellata, né di bucce ammuffite, ma solo tanta vivacità. A una snasata più profonda, emerge un bel senso di fumino, come di polvere pirica appena accesa, immersa in una nuvola di stireria, brezza marina e glicerina. Mineralità diffusa, crema Nivea al cedro. Sa di primavera, ma con screziature di torba che lo rendono affascinante.
P: meno coccoloso e innocuo del previsto, il primo sorso è una bella lama e dopo l’ingresso le cose non accennano a farsi troppo facili. Anzi. L’ingresso è ancora fruttato, ma subito la torba, lo zenzero e una generale severità si impongono. Zenzero sugli scudi, pompelmo, una bella e persistente nota di malto. C’è anche la dolcezza, ma è solo una spolveratina, gioca in appoggio. Con il passare dei minuti emerge un senso frizzantino di buccia di mela verde e uva spina, con qualcosa di bruciatino a legare il tutto. Miele d’erica.
F: ancora mela verde e kiwi (e lemongrass), con un guizzo di sale e una puntina di metallico. Media lunghezza.
Bella e ci vivremmo, non come succede quando si parla di Venezia! Ha un naso molto accogliente e brillante, espressivo e per niente banale. Non è la classica fruit-bomb, sotto le mele c’è di più. Ed è la parte che più ci interessa, cioè quella fieramente minerale, da Highlands. Screziature, piccoli graffi che danno profondità. Ben fatto, per noi un 87/100. E’ tanto? E’ troppo? Tutto è relativo, nulla è misurabile, viviamo in un’illusione di misurabilità quando siamo solo polvere in attesa di essere sparsa nel cosmo.
Sottofondo musicale consigliato: Beady Eye – Second bite of the apple
One thought on “Compass box ‘Orchard house’ (2022, Ob, 46%)”
[…] Orchard house (2022, Compass Box, 46%) – 87/100 […]