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sarabanda di petardi/1: Littlemill 30 yo (OB, 40%)

Scusate, ci siamo presi una pausa dall’edonismo sfrenato. Ma dopo due settimane di umiltà possiamo tornare a raccontarvi di quei samples che Jacopo ha portato a casa da Limburg. E lo facciamo con lo stesso spirito del pescatore che torna a casa e al bar racconta di aver preso un luccio grande così, una roba tipo l’orca di Free Willy. Ciancio alle bande, la sarabanda parte con un Littlemill 30 anni ufficiale. Distilleria delle Lowlands chiusa nel ’94, smantellata nel ’97 e bruciata nel 2004, giusto per essere sicuri che non ricrescesse manco l’erba. Questa release non porta nessuna indicazione dell’anno di imbottigliamento e l’Internet non aiuta: alcuni sostengono essere uno dei primi imbottigliamenti da 70 cl, importato da F&G a inizio anni ’90, altri che sia dei primi Duemila. Ci terremo il dilemma. Il colore è oro.

N: il primo naso è suadente, sussurra piaceri: una frutta sudata, uno strato di crema pasticcera e ganache al cioccolato bianco e un tocco di propoli vellutato. Bell’inizio, niente da dire. Segue una parte più vegetale, che inizia con cedro e mandarini maturi ed evolve in una dimensione più verde, di tiglio e verbena. Una nota di erboristeria, dice Zucchetti, che è in fase detox e alterna il Kilkerran alle tisane drenanti. Non volevamo però dare l’impressione che la frutta finisca qui: c’è un’intera teoria di macedonia che si agita e costituisce il centro di questo whisky, con mele golden, ananas, banana, litchees, mango e kiwi gold. Che facciamo signori, lasciamo o serve altro?

P: ha perso in intensità, non in piacevolezza. Sì, perché senz’altro il grado basso non ha aiutato a mantenere tensione e dinamismo al palato, un pochino acquoso. Però ragazzi, che fruttina deliziosa, anche se meno espressiva rispetto al naso. Altre differenze con l’olfatto: il propoli diventa più vegetale, cresce la dimensione officinale con note di erisimo, che è quella pianta che i cantanti prendono in pastiglie quando sono senza voce. Ora, prima di chiederci come lo sappiamo – citofonare Zucchetti -, lasciateci citare anche la camomilla dolcificata con il miele, che bilancia quella sensazione di erbe amare che ancora resiste. Quali erbe? “Le erbe amare di Gesù”, dice Corrado. Andremo a studiare i Vangeli apocrifi per capire a cosa si riferisce…

F: tutto saldamente sull’erbaceo, tisana, miele di tiglio, guizzo di legno.

Il naso è uno show per cui pagare ogni tipo di biglietto, il palato un filo meno. Uno stile particolarissimo, che dà una risposta a quanti sostengono che la definizione “i whisky delle Lowlands sono erbacei e floreali” sia una leggenda. Eh no, lo erano eccome, e questo 30enne lo spiega bene. Perfino troppo bene, dato che a un certo punto l’effetto è quasi eccessivo. Ci fa impazzire la frutta macerata e assunta ai cieli della complessità dell’olfatto, ci piace comunque il tocco di propoli. Peccato abbia perso qualcosa, ad ogni modo niente di meno che 88/100.

Sottofondo musicale consigliato: George Harrison – Run of the Mill

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