It’s Friday, we’re in love (with Irish whiskey). Tornano i Venerdì Verdi e noi torniamo a Dublino e dintorni con un whiskey da Ghilardi selezioni. Ghilardi è una realtà giovane che sa bene come trovare piccole chicche nei meandri meno esplorati degli spiriti. Già importatore di etichette interessanti e fuori dal coro come Balcones e Paul John, da poco ha aggiunto al suo portafoglio anche l’Irish whiskey, con i due marchi di Walsh: Irishman e Writers’ tears. In particolare, le “lacrime degli scrittori” è un brand molto evocativo, che celebra l’età dell’oro di fine Ottocento, quando l’Irlanda era la patria – oltre che della Guinness e delle patate – anche della letteratura e del whiskey. Così, Bernard e Rosemary Walsh hanno voluto ricreare un whiskey “alla vecchia maniera”, senza utilizzare il grain distillato in alambicchi a colonna alla base dei moderni blended. Questa espressione è infatti un mix di single pot still (lo stile irlandese per antonomasia, che utilizza orzo maltato e non) e single malt, da distillerie non dichiarate. Insomma, l’essenza dell’alambicco discontinuo. La bottiglia, alta e affusolata, è molto elegante e in etichetta è rappresentata la Taoscàn, ovvero la “goccia perfetta”. Vediamo se ci farà piangere, di gioia o disperazione dobbiamo ancora deciderlo.

N: si avverte molto nitido l’orzo, impastato in bei biscottoni in stile Weetabix, ma forse sono i Cuor di mela di un noto marchio di dolciumi che per non incorrere in accuse di razzismo indicheremo come “Mulino X”. Un miele di acacia avvolge tutto, ma senza soffocare i tratti vegetali: si alzano infatti belle note floreali, leggere. Sul lato della frutta, più vivace del previsto, rimaniamo sempre sul delicato, ma ben lontano dal proporre banalità: piuttosto banana (gelato alla) e ananas, con una mela Granny Smith in grande spolvero. Spolverata di cannella e vaniglia. Il bicchiere vuoto ricorda il cioccolato al latte.
P: miele, miele, miele! La coerenza qui è la parola d’ordine. Anche il palato si dimostra solido, semplice ma non scontato, tutto teso a proporre piacevolezze che prendono la forma di biscotti ai cereali, vaniglia, frutta gialla (pesca, con anche le bucce) e una goduriosa crema, di quelle belle sode che restano “in piedi”. Nonostante tutti i dolciumi, il secondo palato è abbastanza asciutto, scattante, con una buona acidità e un tocco piccantino che quasi ricorda la segale ma che forse è solo il legno. Insomma ultra beverino e ricco.
F: medio, pulito e assai fresco, con gradevolissimi ritorni di frutta e un accenno di cacao in polvere. Sul lungo, le labbra rimangono quasi oleose: è la magia del pot still.
Posto che siamo un po’ prosaici nell’animo e il nesso con il pianto di Joyce, Wilde e Beckett un po’ ci sfugge, possiamo dire che se proprio devono essere lacrime, sono lacrime di gioia. Al naso, forse la parte più interessante, esibisce una personalità divertita e una vivacità tipica degli Irish più convincenti. Quelli che piacciono a noi, che si prendono poco sul serio ma sono totalmente privi di difetti. Certo questo Writers’ Tears è giovane, ma non scapestrato, anzi dotato di un equilibrio connesso alla materia prima e a un sapiente dosaggio dei vari whiskey da cui prende forma. Sorprendente, evviva la beverinità! 85/100.
Sottofondo musicale consigliato: The cat empire – Oscar Wilde 360°
3 thoughts on “WRITERS’ TEARS COPPER POT (2020, OB, 40%)”
[…] Writers’ tears Copper Pot blended Irish whiskey (NAS; triple distilled; single pot still e single malt; charred American oak barrels; 40%)Writers’ tears Double oak blended Irish whiskey (NAS; triple distilled; single pot still e single malt; ex Kentucky Bourbon barrels/ex French oak Cognac casks; 46%) Writers’ tears Red head single malt Irish whiskey (NAS; triple distilled; ex Oloroso sherry butts; 46%)Writers’ tears Cask strength blended Irish whiskey (NAS; triple distilled; single pot still e single malt; American oak casks; gradazione varia a seconda delle release annuali) […]
[…] di questa etichetta di proprietà della famiglia Walsh. Espressione che, al contrario del Copper pot, è un single malt, per di più invecchiato in barili di sherry Oloroso. Si chiama “Testa […]
[…] Writers’ Tears Copper Pot (2020, OB, 40%) – 85/100 […]