Tra le Special Release di due anni fa, questo 21 anni aveva suscitato molto interesse perché Oban non è distilleria che si trova con facilità, a parte il popolarissimo 14 anni e il recente Little Bay. Non esiste infatti un core range vero e proprio e gli imbottigliamenti di indipendenti sono più che rarissimi. Potete quindi immaginare la nostra curiosità di fronte a questo assemblaggio di sole “Refill European Oak Butts”. Ma come ha fatto a resistere due anni nel nostro armadietto dei sample?!

N: l’alcol è molto ben integrato, in un profilo composto e abbastanza chiuso, per non dire affilato. A emergere sulle prime è infatti la nota costiera, salmastra, di pietra salata al sole. Olio di semi. Serge ci trova tanti sentori di lievito e ne rimane sconcertato e irritato, a noi invece non dispiace questa nudezza. Un filo di torba si percepisce chiaramente, non di fumo ma di terrosità minerale, di erba secca. Le botti non hanno ceduto una grande vinosità, piuttosto si fa strada col tempo un bouquet di frutta disidratata, tra l’uvetta e l’albicocca. Pasta frolla cruda e mele gialle. Qua e là scorzetta di arancia e un qualcosa di mentolato, a dare freschezza. Tutto arriva con molto garbo anche se la gradazione alta è vettore di grande intensità.
P: la gradazione si fa sentire e contribuisce a rendere questo malto ancora più affilato rispetto al naso. Resta sapido e costiero, ed esplode qui una nota erbacea quasi totalizzante. Semi vari e radici. Il profilo è sia verde che leggermente sporco, con ancora un tocco di torba terrosa. Canfora. Di sherry qui se ne sente davvero poco e probabilmente alla cieca sarebbe impossibile indovinarlo. Zucchero liquido, poca vaniglia e un vago ricordo di albicocche disidratate.
F: ultra pulito, vegetale, salato. Davvero estremo nella sua semplicità.
Un Oban davvero stupefacente, assolutamente non modaiolo (e completamente diverso dall’altro 21 anni uscito nel 2013), con un profilo che sembra più un azzardo da imbottigliatore indipendente pazzoide che non la scelta di una potenza come Diageo che, essendo proprietaria della distilleria, aveva a disposizione migliaia di botti per calibrare l’assemblaggio. Ciononostante dobbiamo confessare che questo stile sottrattivo e austero non ci dispiace; è una delle mille facce che può assumere il whisky, aggiungendo fascino e complessità a un distillato che non finisce mai di stupire: 87/100. Disponibile, tra gli altri, su Aquavitae.
Sottofondo musicale consigliato: Chopin – Nocturne in B Flat Minor, Op. 9 No. 1: “A Madame Camille Pleyel”
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