Un piccolo pezzetto di storia del whisky italiano racchiuso in una bottiglia: Silvano Samaroli e Pepi Mongiardino, due dei pionieri dell’imbottigliamento indipendente legati da un lungo sodalizio, hanno messo entrambi il proprio nome su questa serie ‘Dreams’, risalente all’ormai lontano 1999 – e l’hanno proprio messo scrivendo a matita, come l’etichetta chiaramente spiega. Si tratta di un Linkwood invecchiato per 10 anni: ora l’abbiamo nel bicchiere, non aspettiamo oltre.

N: molto fresco, vaporoso, piacevole e accogliente – svela innanzitutto dei lievi sentori terrosi, minerali, non scontati in un Linkwood. I toni sono lievemente fruttati, un poco di limone, mela gialla un poco acerba, un sentore vagamente canforato…
P: ci accoglie una prima nota di violetta, leggermente saponosa, che ci fa tremare quanto all’integrità del sample. Poi però scatta sul miele, sull’orzo minerale, su un bouquet di fiori freschi e odorosi. Potremmo rispolverare le note di erica!, da tanto non più citate nel nostro inutilmente verboso blog. C’è come una nota di pane al latte… e un po’ di mandarino, a riempire la bocca.
F: lungo, mieloso e cerealoso, molto pulito, con un sentore di catrame a testimoniare una torbatura leggerissima ma comunque inattesa; ancora buccia di mandarino.
Un whisky fatto di delicate assenze, comunque un whisky che ti fa esclamare “beh, categoria!”: gli manca forse solo un po’ di grip, altrimenti avremmo strillato al miracolo. Semplice, magari, rispetto ad altre selezioni di Samaroli e di Mongiardino, ma di una semplicità onesta, elegante, godereccia: 88/100.
Sottofondo musicale consigliato: IAMDDB x INKA – Leaned Out.
One thought on “Linkwood 1989 ‘Dreams’ (1999, Samaroli & Mongiardino, 45%)”
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