Ultimamente una distilleria apparentemente anonima come Glenlossie si sta guadagnando una discreta fama tra gli appassionati più attenti. È un processo già visto tante volte, che però in questo periodo sta raggiungendo il suo picco storico: le distillerie più note smettono di vendere agli indipendenti, oppure lo fanno a prezzi proibitivi, e dunque gli imbottigliatori vanno alla ricerca di gemme nascoste in luoghi poco frequentati – come a Glenlossie, precisamente. Questo è un 22 anni selezionato da Càrn Mòr, linea di Morrison & Mackay particolarmente pregiata, che già diverse gioie ci ha regalato in passato.

N: una patina di cera d’api e favo di miele ci accoglie, ed è già bellissimo così. La parte di frutta, molto intensa e dominante, è vellutata, elegantissima, e ci ricorda il succo di pesca e mango con una goccia di latte di una celebre marca di succhi di frutta che si chiama quasi come un terzino della Roma. E la parte vegetale, non la nominiamo? Clorofilla o aloe? E poi non si può tacere il pandoro, a testimoniare una burrosità zuccherina intensa.
P: che bontà. Cera d’api ancora, favo, miele; e poi tutta quella teoria di ‘roba vecchia’, che sia carta o legno impolverato. Crema di vaniglia. Piuttosto affilato, con un sentore di pompelmo. C’è anche una decisa nota floreale, che a tratti pare alludere a un qualche sentore saponoso. Si chiude su un sentore amarino…
F: …che torna al finale, persistente, e rovina un poco l’idillio. Pompelmo e shortbread, con un cicinin di zenzero.
Molto buono e piacevole: se dovessimo lanciarci in speculazioni non richieste, beh, la sensazione è quella che forse sia rimasto in botte un pittino di troppo e abbia forse perso il suo acme, ma chi siamo noi per dirlo? Nessuno, quindi beviamo silenziosamente – e gioiamo ugualmente, tra l’altro. 87/100.
Sottofondo musicale consigliato: The Clash – Train in Vain.
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