Il Feis Ile 2020 è stato travolto, come tutto, dal Covid: la maggior parte delle distillerie aveva però già pronti gli imbottigliamenti esclusivi per l’occasione, imbottigliamenti poi venduti online – che decisamente non è come stare lì, ovvio, ma alla fine è più economico e democratico, permette a chiunque di comprare quelle bocce, non solo ai flipper che le comprano in distilleria e le vendono ai furgoncini dei siti d’asta appena usciti. Bruichladdich ha imbottigliato un Port Charlotte 16 anni, il più vecchio PC mai fatto!, maturato in un mix di tre lotti di barili: refill hogshead trasferiti in first fill bourbon nel 2012; first fill bourbon trasferiti in Sauternes nel 2013; mix di ex-sherry, ex-bourbon, virgin oak. Insomma, un mischione di un sacco di roba diversa.

N: ha qualche nota un po’ off, fin dall’inizio – soprattutto c’è una nota di vomitino di neonato non del tutto seducente ma complessivamente bene integrata nel profilo complessivo. Tantissima aria di mare, piuttosto ‘pescioso’ (aringhe affumicate), molto fresco in questo senso. Grigliata di pesce, braci spente ancora sporche di grasso. Poca frutta, poca zuccherinità: c’è del pane bruciacchiato. Albicocca.
P: molto oleoso, grande texture. È anche molto carico, sia la dolcezza che la componente bruciata sono sparati a mille e molto caricati. Succo di pesca e di albicocca, inchiostro, ancora pesce grigliata e aringhe affumicate. Vaniglia e crema dolci.
F: rosmarino bruciacchiato, fumo di sigaretta. Tende al mentolato.
In questi casi è difficile dare un giudizio univoco: è un whisky carichissimo, con il volume alzato al massimo e il subwoofer a palla. Ricorda una vecchia Golf GTI pimpata, con lo stereo montato a tutto bagagliaio. Anche per questa ragione, ci piace davvero molto, complimenti a chi l’ha comperato: 88/100.
Sottofondo musicale consigliato: Richard Cheese – The number of the Beast.
One thought on “Port Charlotte 16 yo ‘Feis Ile 2020’ (2003/2020, OB, 55,8%)”
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