Come forse sapete, non siamo dei grandi fan del Laphroaig 10 anni, che ci pare sempre un gattino in gabbia e non il leone impavido che dovrebbe (che potrebbe) essere. Tutt’altro rapporto abbiamo con il 10 anni Cask Strength, di cui abbiamo assaggiato diverse espressioni in passato, e che è di gran lunga la nostra bottiglia preferita tra le release ufficiali della distilleria. L’ultimo batch è uscito a febbraio 2020, e siamo riusciti a mettere le mani su una bottiglia direttamente in distilleria, appena prima del lockdown, grazie allo spirito di sacrificio di Davide e Corrado: finalmente lo beviamo.

N: intenso ed esplosivo, come di consueto: qui si parte da una torba molto poco acre e fumosa e decisamente più bruciata. La quota medicinale cresce col tempo, con note di garza, di betadine; dopo un po’ esce anche una punta balsamica e mentolata, che ci ricorda uno di quegli sciroppi per la tosse… Frutta, con note di lime e mela verde; Davide suggerisce “una nota di ti punch”, e noi lo apprezziamo. Crumble alla frutta, un po’ bruciacchiato; forse marmellata di fragole, anch’essa bruciacchiata?
P: ammazza, questo è veramente carico. Andando in ordine sparso, troviamo nocciole, un sacco di cioccolato fondente; nocciole troppo tostate. La parte bruciata è anche qui devastante, con legno bruciato, un senso di falò acceso (ok, non l’abbiamo mai assaggiato al palato, ma ci siamo intesi). Mojito flambè: un che di lime e di mentolato, tutto però completamente ricoperto di fumo.
F: cenere, cenere e cenere, con una torba molto molto acre.
Buono, molto buono; carico, molto carico, talmente carico che forse forse non ne berremmo tazze intere. Forse l’unico difetto di un profilo che comunque ci piace, sempre. Il gattino qui torna leone, anche se un leone un po’ barocco: 86/100.
Sottofondo musicale consigliato: Verdena – Non prendere l’acme, Eugenio.
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