5 whisky alle due del pomeriggio? Ottima idea! Il pre Whisky Revolution Festival a Castelfranco lo innaffiamo con un’ondata di parole, whisky, odori, sapori e sensazioni.
Assieme agli eroici partecipanti, noi, Il Bevitore Raffinato e Dolcemente Whisky pubblicheremo a blog unificati delle micro recensioni collettive… Senza voto, rigorosamente, ma con l’ausilio di tutti i presenti.
Copper Dog (2019, OB, 40%)
Il nuovo blended malt di Diageo, attacca molto morbido ed è subito preponderante la pera Williams, a dire della sua gioventù. Burro e miele, brioches, vaniglia. Ripropone al palato il cereale, la pera e il miele assieme a un’acidità limonosa che dà freschezza. Finale medio corto, ma conserva una piacevolezza di bevuta. Missione compiuta!
Yoichi (OB, 45%)
Il Nas della distilleria più a Nord del Giappone arriva per secondo. Rotondo ed educato, dal pubblico suggeriscono suggestioni floreali di fiori bianchi. Torba in punta di piedi, con una leggera marinità. Dal pubblico un eroe: salsa di soia! Arriva anche un po’ di frutta: buccia di mela rossa e marmellata di albicocca, pesca e ananas matura. Al palato dimostra personalità, corpo pieno con tanta frutta gialla, un poco di torba e sapidità andante. Dicono alga e noi scriviamo come umili scrivani. Finale abbastanza lungo e viene pure proposto un abbinamento territoriale col sashimi.
Puni Aura (2019, OB, 56,2%)
2 anni in ex bourbon e 4 in botti ex Islay. Solo 393 bottiglie. Tutti concordano sulle note medicinali, cenere ma anche una dolcezza tipo caramello, butterscotch e ciliegie. Spezie; a qualcuno ricorda una grappa barricata, anche se forse costui è già ubriachissimo. Epifania di pastiera coi canditi! Dopo mezz’ora affiora zuppa inglese. Alcol ben integrato anche se al palato si fa sentire la pungenza alcolica. Piccantino sul peperoncino. Aggiungiamo acqua e si sprigiona la frutta rossa. Ancora amarene, mela rossa, mandarino.
Talisker 25 yo (2018, OB, 45,8%)
La nota tipica di pepe è smussata dal quarto di secolo, con una bella morbidezza di legno. Note pazzesche di cera, fieno. Oscilla tra la frutta e la pasticceria, una bella torta alle fragole. Prugna. Marmellate varie. In bocca il corpo è pieno e subentrano liquirizia, tabacco a testimoniare della presenza dei barili. Ancora frutta scura, burro, pasta frolla appena sporcati da un filo di torba e di brezza marina. Comunque lo spirito indomito di Talisker resiste, solo si è vestito elegante per l’occasione.
Scarabus (2019, Hunter Laing, 46%)
Single malt non dichiarato di Islay. Torba, torba, torba e poi arriva una nota agrumata di chinotto. Non è esente di spigoli, tra ferro e sentori di officina, di carrozzeria (what?!). Ci parla della sua gioventù, un peat monster beverino, quindi un ossimoro vivente. Zucca al forno e dattero. Il pubblico va in delirio e urla soppressa cotta con l’aceto. Al palato ha un picco di sapore ferroso, piccante, di bacon, di caramello. Poi cade placido. Un peat monster gentile, si diceva.
Ragazzi è stato bello, è stato impegnativo, ma grazie per tutte le impressioni e gli slanci, ci avete dimostrato che i whisky e le persone che lo amano sanno essere Facili, Raffinati e Dolci!
3 thoughts on “Whisky Revolution Festival: Collective Tasting”
A Castelfranco ho avuto (finalmente) il piacere di conoscervi. Approfitto di questo spazio, molto semplicemente, per ringraziarvi della simpatia, della gentilezza e della disponibilità mostrate nei miei confronti. Ci si rivede a Milano. Slaintè!
[…] whisky sono rimasti fuori, per esempio perché già recensiti su queste nobili pagine. Che il Talisker 25 fosse buono era chiaro perfino a noi […]
[…] Revolution Festival di Castelfranco di ormai quasi quattro anni fa, quando ci divertimmo a fare una recensione collettiva di un po’ di cose. In quell’occasione assaggiammo anche la prima release della serie […]