Da qualche tempo, il Longrow CV non c’è più; la cosa un po’ ci dispiace, perché ancora ricordiamo con emozione la nostra prima bottiglia, acquistata a Edimburgo assieme ad un Mortlach Flora & Fauna… Entrati nel negozio Royal Mile Whisky, uno di noi chiese un whisky “affumicato, ma meno scontato dei whisky da supermercato” (beata la nostra ingenuità), e ci capitò in mano proprio il CV. Quella versione è stata soppiantata da questa qui sotto, che ha un’etichetta bianca e dorata un po’ tamarra, non ha età dichiarata ed è imbottigliata a 46%. Ricordiamo per i distratti che i Longrow sono la versione torbata di Springbank (55 ppm contro 25), e a differenza degli stessi Springbank sono distillati due volte (contro le due e mezzo di S. e le tre di Hazelburn… che confusione!): Francesco ha da poco dedicato un articolo interessante a questo whisky, esperimento nato nel 1973. Qui sopra trovate lo schemino della distillazione di Longrow riportato sul sito ufficiale. Il colore è paglierino chiaro chiaro.
N: davvero molto ‘cremoso’, c’è un’intensa nota di vaniglia corredata da note di pasticceria; albicocca? Tracce di arancia. Pian piano vien fuori un lato affumicato (cioè, c’è sempre, cresce col tempo) delicato ma deciso, con note di camino acceso. Troviamo poi note quasi di carne, frequenti nei distillati Springbank, ma forse non così intense come in altre espressioni; ci sono comunque suggestioni ‘sporche’, di legno vecchio, forse anche di formaggio, ed anche leggermente iodate (la solita brezza marina!) e minerali. Note di tartufo? Nel senso del gelato, eh, non del fungo tuberoso (che invece è trovato da Serge); anche tracce quasi medicinali. Il complesso è piuttosto austero, semplice ma strutturato.
P: il corpo è oleoso e masticabile; ci sono ancora note cremose (crema alla vaniglia) e poi diverse suggestioni fruttate (dalla marmellata d’albicocca all’uva bianca… tutte suggestioni comunque, lievi, appena alluse). Non manca una crescente sapidità molto marina. L’affumicatura, poi, al palato è bella massiccia; man mano, comunque, si fa più nervoso, con note di limone (o cedro?), punte un po’ amarine e vegetali, e verso il finale arrivano al galoppo note pepate (diciamo zenzero, via).
F: affumicato, senza dubbio; salato, senza dubbio; lungo e intenso, senza dubbio. Splendide note medicinali ed erborinate; convivono assieme, su un tappetone di torba, vaniglia ed eucalipto.
Se non fosse che quella famosa bottiglia di Longrow CV l’abbiamo finita quando ancora l’Inter dominava i campionati (ah, bei tempi!), saremmo stati curiosi di assaggiare i due whisky vicini. Ad ogni modo, questo è un malto davvero buono, in parte inusuale (anche se noi non l’abbiamo trovato così inusuale come ha ritenuto Serge) ma che di certo costituisce un’ottima alternativa… sì, proprio a quei “whisky affumicati da supermercato”, esattamente come andavamo cercando allora. Consigliato, anche considerando che costa intorno ai 35 euro. Il voto è dunque di 86/100.
Sottofondo musicale consigliato: i Vision Divine, con una cover power metal di Take On Me degli A-ha.
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3 thoughts on “Longrow (2012, NAS, OB, 46%)”
[…] versione un po’ più torbata del ‘solito’ (due parole in più le abbiamo spese qui): la combo Cadenhead’s – Springbank mette spesso sul mercato invecchiamenti […]
[…] Longrow (2012, NAS, OB, 46%) – 86/100 […]
[…] troppi whisky di Islay, badate bene, ché lui con la torba ci lavora. Oltre a Kilkerran, Caol Ila e Longrow, in degustazione avevamo il secondo imbottigliamento stabile del core range di Kilchoman, […]