Questa è senz’altro l’estate di Ardbeg, la Taylor Swift dello Scotch. Eh già perché per vie traverse del destino, del marketing e della fortuna parliamo sempre di lei. Ardbeg, non Taylor Swift, a cui continuiamo a preferire musica un po’ più impegnata, tipo gli Skiantos o i Napalm Death. Insomma, torniamo da voi con un’altra release della distilleria di Islay più prolifica di sempre. Stavolta tocca al secondo “racconto” della serie Anthology, che aveva debuttato l’anno scorso con l’Harpy’s Tale, un 13 anni invecchiato in Bourbon e Sauternes. Rimaniamo nel campo degli esseri immaginari e passiamo all’Unicorno, saliamo di un anno come età dichiarata (14 invece di 13) e dal Sauternes passiamo al Madeira. Piccola nota folcloristica: pare che i dipendenti di Ardbeg – stranamente dopo una festa con un sostanzioso tenore alcolico – abbiano avvistato un unicorno su Islay. Chissà cos’hanno visto, comunque ci piace pensare che fosse una pecora con un paracarro in testa. Il colore è oro antico.
N. una torba aromatica e accogliente, con iodio e pigne arse, nasconde qualcosa sotto: qualcosa di dolce. Le nostre scorribande nella “Land of the free” ci farebbero dire: arachidi tostate glassate e banana bread. Soprattutto arachidi, perché la parte oleosa è totale, unta e grassa come piace a noi, con puntine di prosciutto di Praga dolce e carta oleata. Si va rapidi verso i territori noti del limone: limonata, limone persiano affumicato. Diremo una cosa che sembra brutta ma non è: citronella! Quelle candele di cera al limone che bruciano e cacciano via le zanzare. Per tornare da ultimo ancora una volta sul bruciato, sulla canfora e su un rampante senso di freschezza che ci spalanca un’immagine immaginifica: orzotto all’anice. Che sembra il delirio di un cretino, e invece no. Ed è subito anni ’80. Con acqua emerge di più la torba, ma effettivamente le suggestioni dolci evolvono e si trasformano in ananas e carambola. Uno degli Ardbeg più divertenti al naso degli ultimi anni.
P. le arachidi sono fanno protagoniste anche di questa prima esplosione al palato, che ce le ripropone sia “come aperitivo”, che sotto forma di gelato al burro di arachidi (perversioni estive necessarie per chi resta a Milano a lavorare). La torba è benissimo integrata con una dolcezza di pasticceria orientale che ricorda il marzapane impastato con la cenere, le erbe aromatiche bruciate con la frutta secca. Ma c’è di più: lime (anche essiccato e con dentro i chiodi di garofano), pesche bianche, panificazioni lievitate e bruciacchiate e un accenno molto leggero di vinosità, che però tiene in tensione il palato.
F. la musica continua, ma si fa più dark, con fuliggine, creosoto, noce moscata. Il tutto sciolto nel Madeira e poi reso bruleè alla fiamma viva. Shortbread salati a chiudere, che con due gocce d’acqua ricordano l’ananas alla griglia imbevuto nell’acqua di mare.
L’influsso delle botti di Madeira, battute a parte, secondo noi è riconoscibile nella forte componente di frutta secca che abbiamo sentito sia al naso che al palato, ma non tende mai a spostare verso gli eccessi vinosi che qualche volta abbiamo patito in passato. L’esito, al netto delle storie di Ardbeg, è un dram beverino ma anche parecchio complesso, frutto di un ottimo equilibrio tra botte e distillato. Non andiamo, per ora, nell’iperuranio, ma lo promuoviamo alla grande e siamo sicuri che qualche anno in bottiglia gli farà un gran bene. Finalmente una limited release davvero convincente: 89/100.
Sottofondo musicale consigliato (e no, non è Taylor Swift): Lady Gaga – Highway unicorn (road to love)