Il penultimo whisky delle Diageo Special Releases di quest’anno è l’immancabile Mortlach, che come da tradizione è l’unico a non condividere la veste grafica del packaging scelta per le SR. Rimane orgogliosamente nella sua bottiglia quadrata e tanti saluti. In direzione ostinata e contraria, direbbe quel sommo poeta cantautore di Young Signorino. O era De Andrè?
Ad ogni modo, nel bicchiere abbiamo “The Katana’s edge”, il filo della katana: un NAS nato dal marriage di botti che più diverse non potrebbero essere: barili ex whisky giapponese Kanosuke (3-9 mesi) e barili ex Pinot nero. Che splendore l’accoppiamento di animali che non appartengono neppure allo stesso ordine. Chissà cosa nascerebbe dall’unione di un parrocchetto e un bue muschiato? Lasciamo stare la biologia e versiamo. Colore? Rame. Che non è ramen, occhion an non confonderlin.

N: che bel toffee morbido e godurioso, sembra di fare la doccia nel caramello. Vinoso e vizioso, il primo naso è abbastanza sticky e umido: mandarini nella mostarda con il loro sciroppo e una torta di mele bella bagnata. Tabacco biondo umido. Col tempo prendono piede le note più “marroni”, dal cioccolato al latte al caramello al burro. Il legno c’è, piacevolmente tostato e quasi borderline con l’incenso. Curiosamente, compare qualcosa di marino, ma potrebbe solo essere il legno tostato, che ricorda i falò lasciati sulla spiaggia la sera prima. Un filo di fumo di caldarrosta comunque c’è. Grasso, dolce, buono.
P: un primo sorso pieno e compiutamente dolce. Qui Corrado lo trova un filo stucchevole, Zuc invece trova che la frutta secca (mandorla, arachide, ma anche arancia e pesca essiccata) lo bilancino bene. Quel che è sicuro è che con due gocce d’acqua migliora, il tocco vinoso si stempera e lascia spazio alla frutta e alla classica nota carnosa di Mortlach, qui sottoforma di filetto di maiale alle prugne. Sì, cominciavamo ad avere fame… Té infuso, fichi secchi e liquirizia. L’alcol è integrato perfettamente, si fonde con i tannini.
F: vinosetto, cioccolato fondente molto grasso, frutta cotta zuccherata. Lascia una discreta libidine.
Non una bestia spaventevole, ma incredibilmente denso e interessante. Buono è buono, fa godere, l’alcol è integrato, la dolcezza “facile” si ferma comunque prima di infastidire. Quindi 87/100. Però lasciateci fare una riflessione da pedanti conservatori ottocenteschi quali per altro siamo, almeno nella persona di Corrado e Zuc: perché ricercare a tutti i costi lo stupore contronatura? Non tanti possono vantare una distilleria già di enorme carattere come Mortlach: con questo malto obeso e questa splendida maialitudine, come si fa a rinunciare allo sherry? E poi, la katana è tagliente, questo è morbido come un kimono…
Sottofondo musicale consigliato: Caparezza – Contronatura