Ieri abbiamo bevuto un Daftmill di 15 anni, oggi come annunciato invece beviamo uno dei pochissimi Daftmill indipendenti sul mercato. Ad essere riusciti nell’impresa di imbottigliare questa chimera liquida sono stati Andrea e Giuseppe del Milano Whisky Festival, che hanno messo le mani sul barile 095, un first fill sherry Oloroso. Cioè, stiamo parlando di una cosa talmente eccezionale che non ci vengono i paragoni. E neanche i paragoni sconci! Roba da preoccuparsi, eh.
Dal butt sono uscite 667 bottiglie e il colore è un rame aranciato spettacolare.
N: a oltre 60 gradi, il primo naso è un po’ imbrigliato, si fa fatica a sentire qualcosa. Dal silenzio emergono le prime noticine sporchette dell’Oloroso, con cuoio e zolfo che spuntano dall’alcol. Serve grande pazienza, c’è bisogno di tempo. La seconda suggestione che si fa notare è un guizzo erbaceo, quasi di paglia ed erbe di montagna. Un visionario di cui non faremo il nome (tanto siam sempre noi i pirla che bevono e scrivono, non è che stasera ci siano Kate Moss e Pippo Franco a fare le rece…) parla di “attrezzi da lavoro in una stalla”. Una falce? Un rastrello? Un dildo? Mah. Comunque c’è questa sensazione unta e polverosa che a noi fa volare via. Con il passare dei minuti lo sherry cambia di nuovo e mette in mostra tutta la frutta secca del mondo: noci e albicocche disidratate. Con acqua si aggiunge una dimensione vagamente boschiva, fatta di pigne e resina. E l’Oloroso si fa gioiosamente dominante.
P: siamo leali servitori del re Oloroso e già dal primo sorso gli giuriamo fedeltà. Siamo sempre nel pianeta della frutta a guscio, con nocciole e quei fichi con la mandorla dentro. Anche parecchia marmellata di marroni e una bella sensazione di Nutella, tipo Nanni Moretti. Ancora oleoso, cacao, di nuovo quel mix un po’ sporchino ma affascinante fatto di metallo e umidità. L’alcol è molto più educato di quanto sembrasse al naso, non dimostra i 60%. Diluito, si arricchisce di note di croccante, mandarino candito e chinotto. Si fa pian piano più scuro, e anche più agrumato. Decisamente più affabile, anche se bisogna dire che a grado pieno non è comunque mai sgarbato.
F: sherry Oloroso, pesche e cioccolato. Con una nota di radici, forse cassia.
Un whisky Pellegrini, nel senso che nuota da dio. Senza diluizione non ha difetti particolari, ma è come contratto, fasciato in un vestito che non consente alle ampie sensazioni aromatiche di svilupparsi compiutamente. Bastano qualche goccia d’acqua e qualche minuto per trovarsi di fronte a una eccellente sherry bomb, dove profondità e tensione viaggiano a braccetto. Un Daftmill molto diverso da quello di ieri, in cui l’anima cerealicola e agricola della distilleria era esaltata ai massimi. Qui il barile è molto più protagonista, ma il distillato rimane eccellente e il risultato è un 90/100 pieno.
Sottofondo musicale consigliato: Queen – Don’t stop me now