Mentre i damerini della moda affollano i parterre delle sfilate milanesi per ammirare “capi orrendi che a nessuno li rivendi”, noi diamo il nostro contributo al sistema del fashion finendo di recensire la “Atelier collection” di Dream Whisky. Fino all’ultimo abbiamo sperato che per il lancio il Malta organizzasse una serata in cui lui stesso potesse ancheggiare fasciato in un tubino Dior, zampettando in cima a delle decolleté Jimmy Choo, ma questo nostro dream non si è realizzato. Quindi – dopo Giorgia e Donatella – ci accontentiamo di bere Dafne, che è un torbato invecchiato in botti first fill.
N: parla un’altra lingua rispetto ai torbati di Islay, anche se Islay dall’Irlanda dista veramente poco. Il primo naso è particolarmente “verde”, note vegetali (peperone verde, tabasco chipotle con quel pizzico di aceto) e soprattutto un senso di mezcal, di ortaggi cotti in un forno di creta oppure grigliati. Abbastanza pungente e funky. Lime, ginger beer, poi guarnizioni di gomma un po’ abbrustolite. Paprika affumicata a piacere. Col tempo, la nota torbata si fa sempre più affumicata e un’idea fa capolino: il baba ganoush, con le melanzane belle abbrustolite. Accenni vinilici qui e là, che denotano una certa indomita giovinezza.
P: la torbatura/bruciatura è possente, l’alcol abbastanza strong. Tosto e tostato. Fave di cacao e chicchi di caffè bruciati, una piccantezza indomabile e un graffio di distillato iniziale. Questa Dafne mena forte, oh. Il palato centrale si fa più dolce e corposo, qualcosa di miele di acacia, di erbe cotte e di té Lapsang Souchong. Anche chinotto, nel senso della bibita proprio, perché un accenno zuccherino è ben riconoscibile. Ancora quel mezcal, pigne carbonizzate e la loro anima balsamica oltre le braci.
F: jabanero, zenzero e barbecue per vegani finito in un colossale falò evocativo di Satana. Liquirizia, anzi Morositas cadute prima in una saliera e poi nel portacenere.
Molto istruttivo, un torbato diverso dal solito di grande carattere e impatto. Non è un whisky delicatino, più che da un Atelier sembra essere cresciuto nei peggiori bar di Cork. Fa il suo dovere di torbato in bourbon senza troppi fronzoli. Più centrato sul distillato e sulla materia prima piuttosto che sull’invecchiamento, è sicuramente il più spigoloso dei tre: 85/100.
Sottofondo musicale consigliato: Murubutu – Dafne sa contare
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[…] ‘Dafne’ Irish single malt (2022, Dream whisky, 55.2%) – 85/100 […]