Dall’Italia del fare all’Italia del bere: vota Whiskyfacile

Nostro adorato popolo di lettori ed elettori, cicisbei ed epicurei, tori e degustatori, è con un senso di orgoglio a grado pieno che vi annunciamo la nostra prossima ridiscesa in campo.
Complice il clima di campagna elettorale (che poi chissà perché la chiamano campagna: non ci sono né trattori né vanghe, al massimo tante braccia rubate all’agricoltura…), anche noi di WF ci sentiamo di farvi delle promesse.
A voi che da ormai undici anni ci seguite con la pazienza infinita di un militante progressista dai tempi di Veltroni, non chiediamo di votarci, ma solo di concederci ancora la vostra stima e la vostra attenzione. E non chiediamo poltrone, al massimo un divanetto con luce soffusa e un tavolino con sopra due Glencairn per brindare con voi a questo benedetto distillato che ci affratella.
Cosa offriamo in cambio? Alcune sorprese. E questo nostro manifesto politico-filosofico-degustatorio.
Per un’Italia non del fare, ma del bere.

Il dram di cittadinanza
Deve essere un diritto inalienabile. Ogni cittadino nasce con un fardello di rotture di palle abnorme che si ingigantisce con gli anni. Lo scarabeo rinoceronte può sopportare 850 volte il suo peso: noi fra burocrazia, siccità, pandemia, Brexit, ecc, sopportiamo molestie ben più ponderose. Ecco perché ogni italiano dovrà avere a disposizione, fornito dallo Stato, un dram al giorno a suo piacimento. Come un risarcimento per lo stress che ci tocca in sorte solo per essere nati, un bicchiere che lavi via l’angoscia e ci regali l’illusione beata del piacere fine a se stesso: noi, un whisky e tutto il mondo fuori. Poi potete ricominciare a vessarci, almeno fino al dram del giorno dopo.

Il ddl Zuc
Ogni distillato ha per noi pari diritti e dignità. L’inclinazione alcolica di ciascuno è un fatto puramente individuale. Non ci deve essere spazio per discriminazioni di sorta: vi piace la vodka della Lidl con la Pink Cow, versione gender fluid della Red Bull? Bene. Vi piace la granita di Jack Daniel’s? Ottimo. Andate pazzi per la grappa al Paraflu? Perfetto. Vi stordite di mojito al Papeete e poi fatte cadere il governo? Ci sta.
Così come c’è del marcio in Danimarca, c’è del bello in ogni distillatə e c’è della curiosità in ogni abbinamento. Stay thirsty, stay foolish. Scoprite la ruvida schiettezza dell’Armagnac, l’ardore dello Slivovitz, l’apollinea purezza delle acquaviti di frutta. Provate qualsiasə cosə, senza pregiudizi. Noi proveremo a recensire con la stessa apertura mentale.
Dopodiché, non prendiamoci in giro: anche noi abbiamo amici che si ammazzano di bourbon e rye, ma il single malt scozzese è sempre meglio di tutto il resto, cazzo.

No alla flat review
Mentre alcuni parlano di una tassa piatta al 25% per tutti, noi ci concentriamo su un altro fenomeno, stavolta da evitare: la flat review, la recensione piatta che dice e non dice. Un pericolo costante per chi come noi gioca a dare voti e giudizi. Cinquant’anni di Democrazia Cristiana d’altronde influenzano un popolo più di quanto un barile di sherry first fill non influenzi un distillato. E dunque anche noi – seppur raramente, ne converrete – ogni tanto cadiamo nella tentazione morotea delle convergenze parallele fra olfatto e palato, dell’83/100 politico. Ecco, cercheremo di evitarlo. Il che non significa bocciare qualsiasi cosa sputando disprezzo su prodotti che sono comunque frutto di lavoro, non siamo mica Calenda. Però dai, proveremo a sbilanciarci di più, come disse Valentina Nappi nel bel mezzo di una gang bang in cui non sapeva da dove cominciare…

Contro il caro bollette e bottigliette
Il gas vola, l’elettricità vola, le bollette volano. E dunque ci dicono di tagliare i consumi, spegnere i condizionatori d’estate e le stufe in inverno. Ma nessuno che si occupi dell’altra grande piaga che ci preoccupa: il caro whisky. Perché qui possiamo sopportare un po’ di caldo e un po’ di freddo, ma non chiedeteci di rinunciare al nostro nettare prediletto, già sottoposto al furto degli angeli che pretendono la loro parte come se fossero Equitalia. Dateci fiducia e con noi al governo il decreto Aiuti Alcolici conterrà un abbassamento dell’Iva sul whisky, il price-cap sul single malt e sovvenzioni per l’acquisto di bocce in base al nuovo Isee, l’Indice Supremo di Eccellenza Epatica. In questo afflato di assistenzialismo, un’altra promessa: cercheremo di fare più recensioni di whisky di largo consumo, che siamo pur sempre un blog popolare vicino alla ggggente.

Pnrr: Per Natale Ricchi Regali
Corrado, il nostro ministro delle Finanze, ha steso un Piano che vieterà esplicitamente di regalare a Natale pigiami, sciarpe, libri del reparto Best Seller, ecc. Si tratta di una direttiva europea che dobbiamo recepire e che ci obbliga a regalare solo bottiglie di whisky, possibilmente di imbottigliatori italiani indipendenti che abbiano anche un blog da almeno 10 anni, siano in 5 e stiano per lanciare – oltre all’ultimo capitolo della loro prima serie dedicata all’Odissea – anche una nuova serie. Dite che è una legge ad personam – pardon, ad imbottigliatorem? Dite che non si vedeva un conflitto di interessi così mastodontico dai tempi del Berlusconi I? Non confermiamo né smentiamo. Però ve la buttiamo lì: date un occhio ai nostri social e cominciate a procurarvi la carta regalo, che al contenuto del pacchetto ci pensiamo noi… E no, stavolta Valentina Nappi non c’entra niente ahinoi.

Insomma, il caldo e la mancanza di tasting ci danno alla testa, abbiamo scherzato e delirato, ma comunque meno di chi la campagna elettorale la fa sul serio. Tutti vogliono convincere qualcuno e noi che in questi anni vi abbiamo convinto a forza di tropicalità a tappeto e non-sense tipo “nafta alla fragola” o “un palato croccante e concreto”, ne abbiamo approfittato per farvi un fischio. Grazie per averci scelto con il vostro affetto uninominale e con i vostri click proporzionali.

Vota e fai votare Whisky Facile.