Kia rite! Kia rite!! Indossate la vostra migliore maglia tuttanera e “preparatevi” come Haka insegna: in pieno delirio di onnipotenza whiskyfacile aggiunge un altro Paese al suo Risiko! di recensioni. Idealmente, oggi trivelliamo il suolo e spuntiamo agli antipodi. Precisamente ad Oamaru, Nuova Zelanda.
Piccolo spazio storico: il whisky in Oceania è merito dei soliti scozzesi emigranti di inizio Ottocento. La prima distilleria nella terra dei Maori è la New Zealand Distillery, fondata nel 1867, ma dura poco. Un secolo dopo, nel 1974, la famiglia Baker apre la Dunedin Distillery, acquistata poi dal colosso canadese Seagrams. Nasce così Lammerlaw, il primo single malt neozelandese, ma la distilleria chiude i battenti nel 1994. Lo stock viene rilevato dalla New Zealand Whisky Company, che lo sta imbottigliando sotto il marchio Milford.
Mal di testa da troppi nomi e nozioni? Nausea? Labirintite? C’è il rimedio: The Oamaruvian 18 yo Doublewood. Un single malt imbottigliato a grado pieno alla precisissima gradazione di 55.88% che ha passato 6 anni in botti di rovere americano ex Bourbon e 12 in barili di rovere francese che hanno contenuto vino rosso neozelandese. Il colore è un cremisi incantevole e il cask è il numero 306, per il gusto del perfezionismo.
N: che placcaggio alle narici! Molto intenso, esplosivo… quasi non sembra un whisky! Iperzuccherino e carichissimo, ha note di lamponi maturi, maturissimi (anzi, sciroppo di lamponi), poi ciliegie… A tratti lo scambieremmo quasi per un Armagnac. Emergono anche zaffate cioccolatose che vanno dal cioccolato di Modica al boero. Il legno regala poi un lato molto curioso che orbita intorno alla liquirizia mentolata: per intenderci, ricorda certi amari scandinavi. Con acqua, resta succosissimo ma tira fuori parecchie spezie: Christmas cake, uvetta e cannella. Si fa pure più vinoso.
P: non ti dà tregua e continua ad essere esplosivo, massacrante anzi. L’impatto ti maciulla le papille, ma subito dopo si apre ancora su un tripudio di frutta rossa (lamponissimi di nuovo, poi ciliegia e qualcosa dello sciroppo per la tosse). Cioccolato fondente di Modica ancora. La parte tannica ed erbacea è più marcata, la sensazione di allappamento è netta. Ma insieme al legno spuntano anche note di propoli. L’acqua lo rende più suadente e inverte l’allappamento: tutto si fa più erbaceo e speziato, con una punta di agrume scuro, tipo chinotto.
F: tannini e spezie, propoli e lamponi in confettura che durano all’infinito.
Di sicuro non gli manca la presenza fisica e neppure il carattere. Ha uno stile tutto suo, fatto di muscoli esagerati, barili marcanti e potenza allo stato puro. Certo, la potenza è nulla senza controllo come insegnava un famoso spot. E questo bisonte australe ha bisogno di un’aggiuntina d’acqua per svoltare: senza è veramente massacrante, è un pilone che vi ribalta in corsa. Noi si premia la forza bruta e lo si giudica da 86/100.
Sottofondo musicale consigliato: Salmonella dub – Nu steppa.
3 thoughts on “The Oamaruvian 18 yo (2018, OB, 55,88%)”
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[…] un gradino sotto gli indiani Amrut e Paul John. Poi, se siete ancora più estremi, ci sono l’Oamaruvian dalla Nuova Zelanda, l’Hellyers road dalla Tasmania, il Teerenpeli dalla Finlandia… Ma […]
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