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Booker’s Kentucky Straight Bourbon (2015, OB, 62,7% )

Il Booker’s Kentucky Straight Bourbon è la versione ‘premium’, se ci permettete l’orrenda formula, del bourbon di Jim Beam: il distillery manager Booker Noe, che vedete ritratto qui a destra in tutta la sua americanità, nel 1992 ha deciso di mettere in commercio una versione di Jim Beam a grado pieno, in lotti diversi, versione che fino a quel momento era solo privata, per pochi amici e dipendenti. Gode di un’ottima fama tra appassionati, banconieri, alcolisti anonimi e ladri di bestiame, e dunque ci pare il caso di dargli una chance. Abbiamo tra le mani il batch #2015-02, maturato sei anni e un mese, imbottigliato a grado pieno.

N: la gradazione impatta in due sensi: da un lato pare relativamente ‘chiuso’, trattenuto e inaccessibile, dall’altro quel che arriva ha una compattezza e una profondità davvero notevoli. Proviamo a farci strada: a primo impatto c’è una nota chimico-alcolica, vagamente vinilica, di Crystal Ball; poi ecco la frutta secca, soprattutto noce di Pecan; vaniglia, panna cotta e caramello; un che di liquore all’arancia; poi ecco il lato vegetale, tra il lieve balsamico (eucalipto) e il vegetale. Con un bel po’ d’acqua, diventa molto più affrontabile e aperto, e complessivamente guadagna di brutto: l’alcol si dirada e aumentano le note di legno profumato, di tabacco da pipa, speziato. Ancora tanta arancia.

P: come sopra, la gradazione è insensatamente urticante – d’altra parte, pur nella nostra umile e limitata esperienza di bourbon, ci pare che proprio la gradazione aiuti questo bourbon a uscire dalle secche dei cliché: abbiamo sì vaniglia, noce di Pecan e banana, però il cuore inespugnabile pare essere un continuo riverbero di una resina collosa di caramello e arancia – e, andando per suggestioni, il termine resina arriva forse non a caso, perché preso da un altro capo si conficcano fittissimi in gola aghi di pino, balsamici che manco nei boschi dell’Oregon. L’acqua anche in questo caso aiuta non poco al pieno dispiegamento: aumenta l’evidenza del rye, con note di segale e sedano; si fa ancora più burroso (proprio note di burro fresco).

F: davvero lunghissimo, tutto su un burro impressionante, la noce di Pecan, ancora code speziate e resinose.

Veramente soddisfacente, offre tutto quello che uno si aspetta da un bourbon pieno, compatto, con tanta personalità da vendere. Dolce e resinoso, balsamico e speziato, vanigliato e burroso: perfetto. Come scritto, mostra vantaggi e svantaggi di una gradazione così alta e di una concentrazione di aromi e sapori così densa, e per questo chiudiamo la recensione con una domanda: possiamo considerare questo Booker’s come l’Abunad’h del bourbon? Forse sì, e sedotti da questa affinità elettiva spariamo un 87/100.

Sottofondo musicale consigliato: Metallica – Don’t tread on me.
[youtube https://www.youtube.com/watch?v=fh-TKJTCtnw]

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