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Balvenie 25 yo ‘Single barrel’ (1989/2015, OB, 47,8%)

Con l’avvento del nuovo millennio, Balvenie, una brillante distilleria attiva a Dufftown dal 1892 e che ancora oggi malta in proprio il 15% del fabbisogno di orzo, decise di dare il via a una serie di imbottigliamenti da singolo barile con invecchiamento monstre d’un quarto di secolo. Ora, per quanto il single malt di Balvenie sia entrato nella top ten dei più venduti al mondo e la produzione sia arrivata a circa 7 milioni di litri annui, questi imbottigliamenti restano una chicca assoluta, visto che escono in maniera discontinua a completo arbitrio della distilleria e visti pure i prezzi non proprio popolari. Ma del vile denaro parleremo dopo, per ora basti sapere che qui siamo di fronte a un distillato maturato in un refill-barrel.

10768_bigN: soprattutto alle prime battute rivela pienamente i suoi natali refill, con un distillato in primo piano e richiami quasi vegetali, certo di mandorle (e olio di mandorle), perfino d’olio d’oliva. Ossigenando tuttavia il profilo inizia a ricoprirsi di svariate leccornie, per quanto molto poco ‘ruffiane’ e cariche: c’è un poco di banana, il pan-brioscia, una timida vaniglia… E poi un che di limonoso; albicocche e mela gialla. Tutto molto delicato e fresco.

P: invertendo l’ordine degli addendi.Qui il taglio educato della botte esordisce su una nota inequivocabile a metà tra la cera d’api e il miele (tipicamente Balvenie), poi si apre sulla dolcezza, con note di mela gialla matura e una sorta di vaniglia, che va man mano a chiudersi su note di legna, sull’olio e sulle mandorle, con una sensazione quasi minerale…

F: …che torna notevole al finale – un finale molto pulito, ancora tra il legno e la frutta secca (mandorle). Leggermente zuccherino (proprio zucchero liquido, ‘astratto’).

Molto pulito e orientato dal distillato, anche se l’educazione pare il travestimento di una timidezza, oltretutto limitata a portafogli ciccioni: bene ma non benissimo, per una distilleria che normalmente ha un rapporto qualità-prezzo fantastico (qualcuno ha detto 12 anni Doublewood?) – e se proprio vi avanzano 450€ ve lo potete portare a casa, tracannare e scoprire con grande gioia come un grande distillato regge 25 anni tra i misteri del legno e ne esce quasi intatto. Forse un po’ troppo? 86/100.

Sottofondo musicale consigliato: Leonard Cohen – Nevermind 

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2 thoughts on “Balvenie 25 yo ‘Single barrel’ (1989/2015, OB, 47,8%)

  1. […] Milano, interno sera di un apprezzato studio notarile. “Oh, dobbiamo assaggiare il Balvenie 25 eh, l’ho preso al Festival”. “Ah, pensa che io me lo sono fatto mandare. Beh dai, per stavolta abbiamo un campione a testa”. Ognuno estrae il suo sample. Ed è lì che scatta la Carrambata: sono due Balvenie 25 diversi. Cioè, non due diverse release, proprio due diversi imbottigliamenti. Uno di quei segni cosmici tipo l’allineamento dei pianeti o tu che ti svegli la mattina con scompensi gastrici e pure intestinali. Insomma, eventi rari e indicativi. Coincidenze? Non crediamo… Nella fattispecie, uno è il Balvenie 25 anni “Rare marriages”, in cui David Stewart ha blendato barili di rovere americano ed europeo, seguendo grosso modo il procedimento dei Balvenie Tun. L’altro è il single barrel “Traditional oak” #4219. Non il primo che beviamo, dato che già ne provammo uno del 2015. […]

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