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Laphroaig 16 yo (1987/2004, Silver Seal, 46%)

Non possiamo esimerci dal bere un secondo Laphroaig, non siete d’accordo? Dopo l’ottimo quattordicenne di Hidden Spirits, oggi tocca a un sedicenne di Silver Seal: si tratta di un imbottigliamento ormai storico, un distillato del 1987 messo in bottiglia nel 2004 dopo anni trascorsi in una botte ex-sherry. La selezione è opera di Ernesto ‘Rino’ Mainardi, celebrato da molti (e da molti autorevoli appassionati, non da cialtroni come noi) come uno dei migliori nasi italiani, se non il migliore. Noi abbiamo potuto mettere le mani su uno dei 770 esemplari di una boccia del genere, ormai esaurita dovunque (e dove lo trovate un Laphroaig in sherry oggidì?, ditecelo, forza) perché era compresa nel pacchetto “Socio Conoscitore 2015” di Whiskyclub.it – una ragione in più per aderire al Club! Il colore è ramato pieno.

laphroaig_silver_seal_16_1987N: impossibile non partire da un lato fruttato, raramente così clamoroso: frutti rossi e neri (lamponi, fragole, more e mirtilli) intensissimi, succosi e iperzuccherini, che arrivano a ricordare le Fruit Joy scure, alle more, e in generale concentrati di frutti di bosco (forse soprattutto more e mirtilli). Prima ancora della torba, arrivano intense suggestioni di eucalipto, di tè, poi di tabacco da pipa; mare e medicine, grandi classici di Laphroaig, rimangono un po’ in disparte, anche se la torba ovviamente si fa sentire dando ulteriore sostanza… Un lieve senso di zolfanelli, di fiammiferi, con un lato sulfureo a dare un ulteriore strato.

P: all’attacco sembra mansueto, complice la gradazione ridotta; ma si tratta di un’impressione destinata a svanire molto presto. Come sopra, propone un tripudio di frutti rossi (ciliegia e lampone) che, però, forse sono soprattutto neri (more e mirtilli in gran spolvero). Arancia rossa matura, ancora a simulare un che di sulfureo, e tabacco da pipa; solo un cenno di tè affumicato (Lapsang Souchong). In aumento, qui, c’è il lato isolano, soprattutto con l’acqua di mare che riemerge, con note sapide e intense; ancora, la torba (più vegetale che fumosa – solo un qualcosa di bruciato) è parzialmente mitigata.

F: lungo e molto, molto persistente: colpisce la resistenza della frutta, dolce e davvero intensa; poi, labbra salate e fumo acre, di torba, infinito.

Come amiamo dire spesso, certi Laphroaig in sherry riescono a realizzare il miracolo di un perfetto equilibrio tra due mondi (torba e sherry, appunto) apparentemente distantissimi… E questo è senz’altro uno di quei “certi”. Rinnova il miracolo dello stupore primordiale il riconoscere un Laphroaig a grado ridotto intensissimo, certo, ma tutto giocato su sfumature setose, sulle molteplici nuance che la combo botte e distillato riesce a produrre. Capolavoro d’estate. 92/100.

Sottofondo musicale consigliato: Patty Pravo – Il dottor Funky.
[youtube https://www.youtube.com/watch?v=Sk-x-yd6PU8]

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6 thoughts on “Laphroaig 16 yo (1987/2004, Silver Seal, 46%)

  1. Ho letto con interesse la recensione sul Laphroaig 16yo Silver Seal…. dato che ne posseggo una bottiglia, la 120/770, sapreste indicarmi il suo valore approssimativo? Grazie.

  2. Grazie per la cortese risposta, molto precisa.
    Eh, uno di questi giorni mi dovrò decidere a smobilitare in tutto o in
    parte quelle 2.000 bottigliacce che mi è capitato di accumulare nel
    tempo dicendo… beh, questa magari la bevo dopo !!!
    Ormai tengo una certa età e non vorrei creare problemi ai miei aventi
    diritto (non mi piace chiamarli eredi) che non ne capiscono niente di
    whisk(e)y e che non hanno nessun interesse in materia.
    Magari mi terrò quelle 15 o 20 bottiglie cui sono maggiormente affezionato.
    Grazie ancora e buon lavoro. ..

    1. Si figuri, è un piacere! E complimenti per la collezione da 2000 bottigliacce, dev’essere una grande soddisfazione! Comprendiamo bene il problema, comunque: anche noi stiamo comprando decisamente più bottiglie di quelle che riusciamo a bere, e però con una passione come questa come si fa…! Guardi, se dovesse interessarle avere una valutazione della collezione, ci scriva pure a info.whiskyfacile@gmail.com: possiamo aiutarla a valutare il valore complessivo e, se le interessa, possiamo metterla in contatto con appassionati e collezionisti italiani ed esteri… Ci faccia sapere! A presto

  3. Terrò presente, grazie.
    Mi sono interessato di whisky per una quindicina di anni,
    diciamo dal 1990 al 2005, ed in quegli anni ebbi l’occasione
    di conoscere tantissimi guru, dal mitico Edward Giaccone a
    Giuseppe Begnoni che ne acquisì la collezione, al grande
    Nadi Fiori, più conosciuto in Scozia che da noi, per non
    parlare di Valentino Zagatti da cui andavo tutti i mesi ad
    acculturarmi e ad assaggiare malti irripetibili.
    Benassi del Kik Bar… e tanti altri.
    Poi è arrivata la pensione, ho cominciato a viaggiare come
    un matto per il mondo con la mia compagna, e lo spazio per
    il whisky è andato sempre più restringendosi senza però
    spegnersi mai.
    Va beh,scusate queste digressioni…. ci sentiamo, grazie. .

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