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Ardbeg 17 yo (1991/2008, Cadenhead’s, 54,5%)

Qualche giorno fa Mark Watt, vulcanico boss di Cadenhead’s, è calato in Italia, fino a Milano, per una degustazione di cinque nuovi imbottigliamenti della casa, tre single cask e due small batch (la nuova serie di vatting di due-tre barili). La serata, in quel dell’Harp Pub milanese, è stata di assoluta gradevolezza e Mark, rigorosamente in kilt, ha regalato aneddoti a profusione sul mondo del whisky, passato e presente. A un certo punto, scagliandosi contro la moda degli imbottigliamenti ultra-premium, al grido di “you don’t drink packaging”, ha rovesciato mezzo dram nel cartoncino di uno small batch, tra le risate stupite dei presenti. Presentando il primo whisky di serata, un Glen Ord di 10 anni, si è lasciato andare a una confidenza e ha spiegato che è proprio la ricerca di barili di questo genere di distillerie così poco “sexy”, quasi sconosciute al grande pubblico, a costituire il vero divertimento nel suo lavoro. E poi ha citato Ardbeg: “Quando qualcuno mi dice: ‘Gran bell’Ardbeg, hai fatto un’ottima selezione’, io penso che non è poi così difficile, non ci vuole un gran talento per farlo”. La banalità dell’eccellenza, si direbbe… Vediamo se questo vecchio Cadenhead’s imbottigliato nel 2008 da botte ex bourbon è l’ennesimo caso…

Ardbeg-17-y.o.-1991-2008-Cadenheads-e1412875111541N: in effetti ci sono tutti le caratteristiche che hanno fatto il mito: una torba pesante, fumosa, smoggosa; tanto, tanto iodio, a sbattere in faccia il carattere marino; il tutto, sorretto da limone (qui poco pronunciato), vaniglia e zucchero a velo. Ricorda anche lo zuccherosità del cedro candito e del marzapane, che danzano in uno splendido paso doble con tutte le spezie del legno: note intense di liquirizia si uniscono a pepe e sfumature erbacee, mentolate.

P: una botta, forte e secca, di liquirizia salata, di vaniglia marina, di ossimori felici. Ci sembra molto presente un legno acre. In contemporanea c’è anche una nota ultra-dolce a forma di banana matura; curiosamente al poco bruciato corrisponde un fumo intenso di torba. Medicine varie e un po’ in disparte, il limone.

F: piuttosto lungo. Dopo cenni mentolati e balsamici, erbacei domina un chimico acre (plastica bruciata).

Qui la profezia del patron di Mark Watt si compie, eccome, anche se di questo imbottigliamento abbiamo apprezzato sicuramente di più il naso, in perfetto Ardbeg style. Il palato ci è sembrato non così ricco e bilanciato, sbilanciato su una nota dolciastra che non ci fa impazzire. Al Bevitore Raffinato è piaciuto di più, nella nostra scala invece si rimane a un passo dall’eccellenza; ad ogni modo dei cento e passa Ardbeg messi in bottiglia da Cadenhead’s questo si iscrive in pieno tra quelli a botta sicura, così facilmente buono: 87/100.

Sottofondo musicale consigliato: main theme of L.A. Noire Ost

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=xiGKxCAg_0o&w=560&h=315]

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