Oggi inauguriamo un nuovo format, per noi molto divertente e che, ne siamo certi, in breve tempo si guadagnerà un posto al sole nelle cronache mondiali. Di cosa si tratti è presto detto: di un post con recensioni multiple, composto da una smitragliata di impressioni ermetiche e dal voto, così senza troppi fronzoli. Nel corso degli anni nella nostra mini cantinetta si sono accumulati tanti samples e ci siamo resi conto di patire una certa fatica nel far rimanere i fegati al passo con la nostra curiosità; l’accumulo inizia a farsi gravoso e così con l’approssimarsi dell’autunno pioverà whisky…
Stratheden Vintage ‘Lost distillery’ (2013, 46%)
La Lost Distillery Company si è messa in testa la matta idea di riprodurre i malti di vecchie distillerie oramai perse nel tempo. Stratheden, nelle Highlands orientali, rimase in attività per circa un secolo, fino al 1926. Qui qualche cenno in più. Questa strana creatura è un misto salato di torba, spezie e frutta bianca fresca. Serge lo apprezza molto e lo paragona a un Talisker o a un Highland Park. Bell’esperimento, per noi è 85/100.
Bank Note 5 yo A.D Rattray
L’idea è simile, solo che qui l’imbottigliatore vorrebbe riprodurre un blend circolante in Scozia circa 150 anni fa. Vorrebbe, appunto, perché l’esito è meno che modesto: a un naso timidino segue un palato slegato e guastato da ‘off notes’ mentolate e di cereale fermentato. Bocciato: 50/100.
Blair Athol 16 yo (1997/2013, Douglas of Drumlanrig, 46%)
Metti una serie misconosciuta di un importante imbottigliatore scozzese (Hunter Laing), metti una distilleria altrettanto ‘misteriosa’ delle Highlands e taaac: scatta la sorpresa! Un mondo fatto di mou e dolci natalizi vi attende accogliente, per la gioia del duca di Buccleuch e Queensferry, che approva personalmente ogni botte: 84/100.
Port Charlotte White Rioja (2001-2011, Malt of Scotland, 66,3%)
Si citano sempre gli Octomore come esempi di whisky estremi, ma questo sembra superarli tutti: dopo aver subìto l’influenza di un vino bianco spagnolo, il PC in questione arriva nel bicchiere all’incredibile gradazione di 66,3 gradi, presentandosi come un assortimento di parossismi: esplosioni pesciose inaudite, torba acre e chimica, una dolcezza surrealmente marsalata e un mix di erbe mediterranee. Una miscela per pochi: 85/100.
3 thoughts on “Piove whisky Vol. I”
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