Karuizawa è una distillera chiusa da qualche anno, ormai; la cosa decisamente dispiace a tutti gli appassionati, dato che – molto banalmente – i suoi alambicchi buttavano fuori un distillato di qualità davvero notevole, e negli ultimi anni anche nel Vecchio Continente ha trovato fama e fortuna più che meritate. Si metta agli atti che l’orzo utilizzato dalla distilleria era il “Golden Promise”, varietà molto in voga in Scozia nei gloriosi anni ’70 (ora, se non andiamo errati, è usata quasi solo da Glengoyne e Benromach… se avete informazioni in proposito, datecele!) ed ora rimpiazzata da versioni più ‘performanti’, ma non necessariamente migliori… Ma insomma, le lodi sperticate nei confronti di Karuizawa le avevamo sempre solo lette e sentite, perché fino a sabato scorso non avevamo mai avuto il piacere di metterci sopra il naso: e quindi, eccoci alle prese con un single cask (#7975) del 1984, botte di sherry, imbottigliamento bellissimo de La Maison di Whisky nella “Cocktail Serie”.
N: alcolico ma annusabilissimo e molto aperto; nonostante l’età pare relativamente fresco, anche se certo non spensierato…. Vale a dire che l’apporto della botte è importante e il complesso rivela aromi decisi: mele rosse fresche, confetture d’albicocca e frutti rossi, tanta legna ‘secca’ e spezie (cannella, chiodi di garofano). Sentori di aceto balsamico. Molto particolare il fatto che sembri sia secco che cremoso… Maestosa frutta secca (nocciola); fichi secchi; complesso, ma soprattutto molto intenso. Una bella maltosità si svela, assieme a delle suggestioni (sarà vero?) persino floreali. Pian piano, e con l’aggiunta di un goccio d’acqua, spunta una certa affumicatura e il lato cremoso aumenta decisamente.
P: gusto deciso, attacco prorompente e di grande personalità. A tutto legno e spezie (cannella, un sacco!); fichi secchi e prugne secche. Coerente col naso, ne ripete infatti la complessità: ancora un’impressione di confettura (d’albicocche, soprattutto); suggestioni di pasticceria marocchina, o mediorientale, anche se non è affatto stucchevole per dolcezza; emerge infatti a far da contrappeso una nota amarognola (chinotto, rabarbaro, legno). Sul finale, inattesa ecco una discretissima affumicatura (forse un che di polvere pirica bruciata?). Buono, particolare, impegnativo. Con acqua, una marmellata d’arancia emerge.
F: molto lungo e gradevolmente fruttato; l’albicocca torna ad essere la grande protagonista, assieme a una crescente – ma ancora assai discreta – affumicatura.
La fama è davvero meritata: la complessità è notevole, così come l’intensità di tutti gli aromi. Bastano proprio poche parole: molto, molto buono, Consigliatissimo, ma occhio ché le poche bottiglie rimaste sono molto costose… Il nostro giudizio sarà di 90/100.
Sottofondo musicale consigliato: Francoise Hardy – La maison ou j’ai grandi (c’est La Maison du Whisky…)
6 thoughts on “Karuizawa 28 yo (1984/2012, La Maison du Whisky, 59,3%)”
Benromach usa principalmente Chariot, il Golden Promise è in misura inferiore insieme all’Optic. Invece Glengoyne usa soprattutto Golden Promise integrandolo con l’Optic.
Nota personalissima al naso il Karuizawa aveva anche molta carruba e caffè.
Accidenti chiedo venia. Anch’io vado per i 50 come Salvatore. Era lo Yamazaki ad avere quelle note.
Per il Karauizawa posso solo aggiungere liquore al nocino.
Scusate ancora.
Ciao Pino, grazie di aver mantenuto la promessa di tornare a commentarci! Abbiamo pubblicato oggi lo Yamazaki, e in effetti le note di caffé erano ben distinte… Il palato era davvero particolarissimo!
Sulla carruba non sapremmo, è una suggestione che ci ha riportato all’infanzia, ma onestamente è da tanto che non ne ‘frequentiamo’; è molto interessante però, ne cercheremo un po’ in modo da ampliare la gamma di aromi a noi presenti.
Una gran bella bottiglia, davvero. È stato un piacere condividerla con tanta gente!
parole sante Andrea, speriamo di poter replicare presto… dai, cercate di organizzare una bella delegazione romana per Sacile!
[…] Karuizawa 28 yo (1984/2012, La Maison du Whisky, 59,3%) – 90/100 […]