Molto si è scritto sulle mode che il mercato ha imposto negli ultimi anni, ovvero sulla tendenza piuttosto diffusa a diversificare il più possibile l’offerta dei portfolio ufficiali arrivando anche a snaturare il tradizionale profilo di un certo malto. Un caso clamoroso è il proliferare incontrollato di whisky wine-finished, ovvero lasciati a maturare per qualche tempo in botti che precedentemente contenevano vini; è però da registrare anche come alcune distillerie che tradizionalmente producevano whisky non torbati abbiano provato a rilasciare imbottigliamenti torbati (vedi il Jura Prophecy), e viceversa: questo, molto banalmente e semplificando in modo brutale, perché così il rappresentante che viene a proporvi i suoi malti vi può offrire il pacchetto completo. Torbato? Celo. Supertorbato? Celo. Non torbato? Celo. Sherried? Celo. Non sherried? Celo. Finito in botti che contenevano sciroppo per la gola aromatizzato alla banana fritta? Celo. L’Ardbeg che andiamo oggi ad assaggiare è in questo senso esemplare: se il grado di torbatura medio dell’Ardbeg è di 24 ppm, questo Blasda ne ha solo 8. Vediamo come si comporta, questo esperimento. Il colore, intanto, è di un giallo paglierino pallido pallido.
N: è più affumicato di quanto non ci aspettassimo; è profumato, ma poco intenso. Ha note astrattamente fruttate e, soprattutto, di quella vaniglia tipica dei malti invecchiati in botti di quercia americana. Blande note agrumate (limone) accanto alla torba. Nel complesso, però, non ha molto grip. Più che un Ardbeg, per ora sembra un giovane Caol Ila venuto fuori un po’ troppo gentile (ha senso per qualcuno oltre a noi? Boh…). Piacevole, in realtà, anche se di sicuro non complesso.
P: Come al naso, uguale uguale. Poco corpo, pochissimo: è ridotto a 40%, e questo ci pare che tenda a attenuare un po’ tutti i sapori, che restano divisi tra torba (lieve) / affumicato (lieve) e vaniglia (lieve) / limone (lieve) / marino (lieve). Più che gentile, onestamente, sembra annacquato: vi capita mai che mentre aggiungete acqua al vostro bel Caol Ila vi scappi qualche goccia di troppo che finisce per rovinare tutto? Ecco, appunto.
F: molto rapido e soft, tutto su un leggero affumicatino.
Complessivamente, diciamo che è un torbato (lightly peated, infatti, non unpeated) estivo, leggero, da aperitivo. Delude perché è tutto gradevole, ma solo per un attimo, ché poi scompare tutto; resta un po’ il rimpianto per quei 3-6% in più che avrebbero probabilmente giovato al nostro Blasda. Se dovessimo paragonarlo a un calciatore, sarebbe senza dubbio una di quelle eterne promesse mai sbocciate (che so, Morfeo?). Probabilmente questo whisky piacerà a chi non ama il whisky (?), e magari può essere un buon regalo per una persona che volete introdurre ai torbati – prendendola però moooolto da lontano. Il nostro giudizio è 76/100. Ruben la pensa così e Serge così.
Sottofondo musicale consigliato: Rufus Wainwright – Going to a town, dall’album Release the stars.
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2 thoughts on “Ardbeg Blasda (2010, OB, 40%)”
[…] che certe cose le dobbiamo cercare negli indipendenti, ormai); semplice, e come già notammo per il Blasda, è senz’altro un torbato che potrà folgorare chi non ne abbia mai assaggiati esemplari e […]
[…] Ardbeg Blasda (2010, OB, 40%) – 76/100 […]