
Il nostro supremo Ansalone – detto Ansal1 nella cricca di trapper in cui comincia a farsi un nome – talvolta arriva dalla Germania come un profugo di ritorno e sul Flixbus carica ettolitri di samples senza un criterio preciso. E con la stessa gioiosa noncuranza degna del ricettatore di orologi rubati, ci scarica tutto il materiale. I campioni più assurdi, quelli di distillerie pakistane o di imbottigliatori che stanno scontando pene notevoli per reati sessuali, arrivano direttamente all’estensore di questa rubrica. Che chiamandosi Botti da orbi ha fatto dell’esaltazione della diversità un suo punto forte.
Oggi tocca ad una confezioncina molto carina che risale al 2021, ma prima non abbiamo avuto tempo di recensirla perché avevamo judo e dovevamo festeggiare lo scudetto del Milan. Ora, non che abbiamo già finito di festeggiarlo – ci mancherebbe, ancora cantiamo i coretti mentre facciamo colazione -, però ci siamo ritagliati qualche minuto per affrontare la cinquina. Trattasi del “SMWS Scottish whisky festival 2021 pack” della Scotch Malt Whisky Society, una deliziosa scatoletta con 5 single malt che andiamo testè a provare. Proviamo un nuovo stile, la recensione telegrafica senza segni di interpunzione tipo stream of consciousness. Una versione alcolizzata di Molly Bloom di Joyce.

Inchgower 10 yo 18.34 ‘Give us an inch!’ (2010/2021, SMWS, 58.1%)
Otto anni in bourbon, poi finish in un Hogshead second fill HTMC che significa “heavy toast medium char”: 278 bottiglie. Direttamente dallo Speyside whisky festival. C: oro zecchino. N: banane! Ananas! Fresco e fruttato. Crema catalana, miele con nocciole. Pere in macedonia. Noce moscata. Alcol non pervenuto, intensità succosa. Marzapane, crema frangipane, mango disidratato. Con acqua più terroso, materiali inerti, cantina dove stanno pezzi di mattoni impolverati. Più agrume. P: dolcissimo, sciroppo della macedonia (melone, pesca, pera). Qui alcol mostra i muscoli (ma senza tamarreria eccessiva). Caramello, crema di nocciole industriale, pepe. Pastel de nata, budino alla vaniglia (o creme caramel?). Miele colante con spezie. Diluito, frutta più evidente, kumquat. Liquirizia piccante. F: medio, ancora sciroppo di frutta e zucchero di canna. Pizzico di zenzero e legno. Filo di fuliggine e alcol bruciante. Chewing gum alla ciliegia?
Bomba di intensità, dolcezza cicciona, alcol frizzante, screziature di legno e argilla. Alcol bene fino al finale, dove brucia troppo. Più “grosso” del previsto, ma le misure non sono importanti: 86/100.

Caol Ila 10 yo 53.368 ‘Quantum pummelling’ (2010/2021, SMWS, 57.7%)
Dall’Islay whisky festival, un barile 1st fill shaved, charred & re-toasted: 294 bottiglie. C: ambra rossastra. N: pungente, aceto di lamponi, ribes rossi, vino e uva rosada. Mele renette, prugne rosse. Frutta acida, formaggio a crosta lavata. Braci, falò, peperoni grigliati e spiedini di pesce. Eucalipto e foglie autunnali, un camino acceso. L’alcol intimidisce il naso, “intimidisce molto” come Flaminia intimidisce Nanni Moretti in Ecce bombo. Con acqua butta fuori esteri, papaya, fragoline. P: caramello spiattellato su legno intriso di benzina e poi dato alle fiamme. Arrogante, attacco greve. Molto carico, legnoso e super dolce. Sciroppo d’acero, toast imburrato, burro di arachidi supertostate. Pesce sciroppate spappolate e spalmate. La torba sta dietro, almeno lei. Sigaro Toscano, impastato con terra e marmellata di arance. Sticky e earthy, direbbero gli inglesi. Il malto torbato è possente. Con acqua si fa ulteriormente più dolce, proprio uno sciroppo di braci e sale. Ma anche più beverino, come se la densità si stemperasse. F: anguilla grigliata in salsa teryaki, salata e dolce insieme. Ancora verdura BBQ, spezie del legno, caramello. Zucchero di canna. Diluito, allappa un po’, ma finale infinito e una pesca a sorpresa che ritorna.
Un Caol Ila non per diabetici, davvero super dolce, quasi stucchevole. Per nulla cattivo, ma per nulla elegante, con le note isolane nascoste, una sirena travestita da pirata. Dopodiché con acqua piacerà a tantissimi, perché è un bel manzo. 85/100.

Blair Athol 13 yo 68.54 ‘Make mine a Papa Doble’ (2007/2021, SMWS, 57.9%)
Da un barile di bourbon con finish di due anni in hogshead 2nd fill heavy char level 4 sono state tirate 287 bottiglie per l’Highlands whisky festival. C: vino bianco carico. N: albicocche, biscotti alla mela del Mulino Bianco, brioscine alla marmellata. Cereale, fetta biscottata, ancora marmellatina (arancia? ananas? non c’è marmellata all’ananas? Facciamola perdio!). Le note ufficiali parlano di rum e dunque parliamone: qualche accenno di esteri, frutta tropicale “alta”, acidina, carambola, kiwi. Ah, il “Papa doble” è il daiquiri preferito da Hemingway. Alla SMWS si drogano forte. Pear drops (le caramelle alla pera dolcissime). Metallo, un filo ossidato. Con acqua amido di stireria e bucce di agrume. P: qui il daiquiri impressiona. Lime amarognolo nelle sue zest, rum bianco agricolo. Nota vegetale, torsolo di ananas. Poi legno e nota amara: bitter all’arancia, bitter al cacao, bitter alla mensola dell’Ikea. La dolcezza dura mezzo secondo, poi amarognolo (mandorla cruda) e secco. Nocino senza zucchero. Diluito: meno amarognolo, o meglio amarognolo con spalla più dolce di liquirizia ripiena. F: lunghetto, amarognolo, ancora bitter al cacao, cascarilla. Più legno con acqua.
Eccentrico, vegetale, altalena di dolce e amaro, rum e cacao, tropical haggis. Alcol corretto, sul lungo ancora brucia. Non aggraziatissimo ma originale: 84/100.

Glen Scotia 13 yo 93.154 ‘Barbecued surrealism’ (2007/2021, SMWS, 57.4%)
First fill bourbon barrel da 214 bottiglie, esponente del Campbeltown whisky festival. Nome fantastico. C: vino bianco carico, certi champagne Blanc de noirs. N: acuminato, lieviti e note citriche: cedro, sidro. Minerale e sporchino, un po’ di lana bagnata, intonaco, campi di orzo umidi. Il mare è da qualche parte non lontano da qui. C’è anche un filo di fumo, che spunta dal cereale. Ancora orzo, stavolta sul malting floor. Materia prima quanto ti amiamo. Alghe wakame, insalata verde, salamoia di olive. Verde e costiero, spuntano accenni di smalto. La plastica con cui si avvolgono le valigie a Malpensa. Ma sotto ancora una frutta soda e cerosa. Inebriante e difficile. Con acqua più vanigliato, esce il first fill: cocco e confetti al cardamomo. P: sorprendentemente fruttato: mele e miele, pera e cera. Accanto alla frutta, tocchi di legno, malto, erbe secche, camomilla (ancora al miele). Avvolgente, elegante, il retrogusto è discretamente torbato: polvere da sparo, sale e grafite. Polveroso. Polvere di carbonio dei freni, polvere di lime. Con acqua le punte eccessive di polvere si dissolvono, perde un po’ di fascino ma acquista in cremosità, mai grassa però. F: cereale salato e affumicato, minerale. Campbeltown non al suo massimo di prepotenza salmastra, più sul versante nobile. Con acqua più erbaceo: levistico, indivia amarognola, torba pura.
Meravigliosamente cangiante, il barile cremosino tiene a bada il dna atlantico e ne esce un dram spettacolare, che a grado pieno è clamorosamente intenso e ridotto clamorosamente beverino. Un meticcio liquido da 88/100.

Bunnahabhain 7 yo Distillery 10 small batch ‘Sweet, smoked, salmon jerky’ (2013/2021, SMWS, 59.6%)
Sono 2333 bottiglie per celebrare il Feis Ile 2021. Combinazione di barili second fill di Oloroso, hogshead ex Pedro Ximenez e hogshead re-charred. C: oro antico. N: fermentato. Tabacco, fieno trinciato, olio e aceto balsamico mischiati sul fondo dell’insalata. Confusione olfattiva, tra torba organica, frutta cotta alla cannella e cioccolato al latte. Sale, cozze affumicate. Qualche minuto e si scioglie il nodo, si fa più isolano, più spiccate note di falò in spiaggia a suonare la chitarra ma chi la suona sbaglia troppi accordi e gliela bruciano: note di chitarra bruciata fra il rancore. Cetriolini sottaceto aromatizzati. Con acqua più caramello, toffee. P: alcol perfetto. Mars liquido, caldarroste, cenere. Tanta cenere, tanto bruciato, più che al naso. Tizzoni. Chinotto, il salmone in salsa teriyaki del titolo. No, non è autosuggestione, è che questo abuso di botti re-charred porta sempre una nota appiccicosa di salsa umami e dolce, che unita al malto isolano dà il salmone teriyaki, poche ciance. Marmellata di arance, caramello sversato con la betoniera, cannella, chiodi di garofano, alloro e muschio. Diluito non cambia molto, caramello e fruttini rossi, marmellata di prugne. Carne affumicata. F: lunghissimo, pieno, caramello bruciato, torba marina, foglie umide. Té al tonno con sesamo nero. Non esiste? Inventatelo. Con acqua più sui toni del wurstel.
Eh, non semplicissimo, un mix di tante suggestioni che si amalgamano e sono impossibili da scindere. Nel complesso un torbatone (davvero assai bruciato) che avviluppa il palato con la dolcezza. Anche qui, poca eleganza e tanta forza, però se paragonato al Caol Ila è una spanna sopra per equilibrio. 87/100.