The Ileach (“l’isolano” di Islay in gaelico) è un NAS torbatone imbottigliato e commercializzato a prezzi clamorosamente bassi dalla Vintage malt whisky company. Fondata nel 1992 da Brian Crook, oggi è famosa per avere in portafoglio tra gli altri marchi (i single cask di The Cooper’s choice e il blended GlenAlmond) parecchie etichette di torbati di Islay senza distilleria dichiarata come Finlaggan, Islay Storm e appunto The Ileach. Il liquido proviene da una distilleria che amiamo molto, sta tra Ardbeg e Laphroaig e qualche creativo la pronuncia alla francese, tipo Lupin. Questa è la versione a grado pieno.
N: una petroliera carica carica di idrocarburi imbarazzanti, sentori che vanno dalla nafta al tubo di scappamento, l’intero ciclo del greggio dal produttore al consumatore. Molta sporcizia e una decisa nota organica: haddock affumicato, mezcal e qualcosa di assai pulp, tipo le interiora grigliate (ci viene in mente la andouillette francese). Poi dilaga un’enorme dolcezza di lecca-lecca, caramella sciolta alla banana, o all’arancia, o alla fragola, oppure a qualche estratto chimico non meglio identificato. C’è anche un po’ di mare, tipo iodio e scogli. Ovviamente sporchi di catrame, poveri cormorani.
P: dolcissimo e bruciatissimo ma non levissimo né elegantissimo. In generale è comunque meglio rispetto al naso, lo smog si dirada e si fa torba compiuta e ancora organica, di barbecue. Compare poi un’acidità che fa salivare, tra la salsa agrodolce e l’anatra all’arancia (oggi ci siamo svegliati Masterchef, sentiamo molto il pressure test). Non si nasconde la gioventù, con una nota di canditi – ovviamente bruciati anch’essi – davvero sugli scudi. Sapido.
F: castagne arrostite, ancora dolce con caramello bruciato, fumo acre di copertone in fiamme.
Il naso ci aveva spiazzato come un film di Vanzina senza battute sulla flatulenza. Davvero troppo greve e grezzo quel senso di petrolchimico inquinato. Al palato procede in una cafoneria sparata, dove il catrame è ancora il re e una dolcezza spinta la sua concubina. Per l’eleganza e la finezza, citofonare altrove. Ha dalla sua l’evidente dna isolano e una gradazione importante ma ben integrata. Per quel prezzo ci sta, se non vi mettete in testa di esaminarlo con il sopracciglio alzato e avete l’ambizione di berlo, semplicemente: 79/100. Tra gli altri, lo trovate anche su Whiskyitaly.
Sottofondo musicale consigliato: Slipknot – Psychosocial, ma nella cover con banjo di Leo Moracchioli, un norvegese metallone di raro genio
2 thoughts on “The Ileach ‘cask strength’ (2019, OB, 58%)”
[…] The Ileach ‘cask strength’ (2019, OB, 58%) – 79/100 […]
Ho apprezzato molto la tua recensione dell’Ileach.
L’ho letta bevendolo, un succedaneo del Lagavulin, suggeritomi dal negoziante al momento privo di L.
Oggi ho chiamato un negozio di fiducia, scoprendo che le poche bottiglie di Lagavulin, costano intorno agli 80 €, circa 20 € in più dell’anno scorso.
Ora, essendo disdicevolmente a corto di pecunia, ti chiederei di indicarmi un whisky ad un prezzo più abbordabile, meno rozzo di questo Ileach e non troppo dissimile dal Lagavulin.
Te ne sarei davvero grato.
Michele C.B.