Di Deanston, distilleria “fuori museo dentro liceo” – vale a dire respingente come una fabbricaccia modello Thatcher dall’esterno ma affascinante e old style all’interno – si è già scritto. Situata sulla strada che da Stirling porta ai Trossachs, dove i Glaswegians amano andare in gita, è una meta sottostimata. Così come non pienamente riconosciuto è il valore del suo (poco) single malt. Fratelli Branca da poco lo importa in Italia e ci ha gentilmente spacciato sottobanco una dose del novissimo 18 anni. Al contrario delle precedenti edizioni in batches dalla confezione marrone, soltanto affinate in barili ex bourbon di primo riempimento, il malto in questione invecchia totalmente in questo tipo di botti, di norma molto marcanti. La gradazione di 46.3% rimane identica, ma non siamo qui per giocare ai piccoli chimici, bensì per berlo.
N: pressoché analcolico all’impatto, colpisce una pulizia di aromi non comune. Mostra un ottimo bilanciamento tra acidità (torta al limone, cedro candito) e dolcezza, molto spontanea: ha sì note di vaniglia, pere sciroppate e mele cotte, ma non sembra una dolcezza “pompata”, bensì raggiunta naturalmente, senza eccessi né artifici. Albicocca disidratata, suggerisce G.I. Joe Bombana, che beve con noi. È un whisky che sa di whisky (ci sono tante note di cereale), e ha un tratto fresco, come di erba appena tagliata, felce, perfino un che di garza… Stupisce che siano solo barili first-fill. C’è una punta di spezie del legno (noce moscata, cocco essiccato) a rivelare il peso del tempo – pardon, del barile.
P: cremoso, piacevolissimo, conferma le premesse del naso. Qui i barili first fill si sentono molto di più, con crema pasticciera, vaniglia e shortbread. Molto burroso, senza però mai diventare stucchevole. Anche la parte fruttata rifugge gli eccessi: è “giallo” senza però essere succoso, con ananas disidratato e miele – ma non troppo dolce, diciamo miele d’eucalipto, perché siamo gente che vuole stupire. Buccia d’agrume, con un sentore delicatamente amaro: arancia amara? Il tutto è come ben inscritto in una cornice di legno, perché i 18 anni si sentono anche qui, pur senza prevaricare: spezie chiare, liquirizia e legno di balsa, dolce.
F: l’età vien fuori, con note di rovere, altra crema e pasta di mandorle. Un baleno di spezie e… avete presente le nocciole al miele?
“Sembra talco, ma non è”, cantava quella tossicodipendente di Pollon nei cartoni animati anni ’80. Anche questo Deanston sembra semplice, ma ha una sua grande profondità, piena di sfumature. È come l’arte concettuale, ci si illude che la possano fare tutti, ma in realtà il difficile è pensarla. Resta davvero equilibratissimo, dolcezza e parte amara non lottano mai, si contendono la palma del migliore in campo a suon di colpi di fioretto, evitando pugni e schiaffi. Sia lode alla misura: 89/100.
Sottofondo musicale consigliato: The Kinks – Mister Pleasant