Il Feis Ile è alle porte, e noi, come ogni anno, siamo a Milano. Decidiamo però di affrontare la malinconia con uno degli imbottigliamenti più celebrati del Feis Ile dell’anno scorso, vale a dire un Lagavulin di 18 anni, miscela da barili ex-sherry ed ex-bourbon refill – scegliamo Lagavulin anche perché domani andrà in scena un tributo alla storia della distilleria, con la degustazione da Angelo che vedrà aperte due bottiglie memorabili: il 12 anni White Horse e il primissimo 16 anni imbottigliato nel 1987. Ma via, torniamo al presente…
N: beh, che impatto! Una coltre di fumo denso di torba, che ricorda quasi un sigaro spento, la cenere ancora viva, le braci spente… A far da contorno, il mare nelle sue forme, anzi proprio la spiaggia scozzese: c’è l’alga riarsa al sole, c’è l’aria salmastra. Sulla ‘dolcezza’ non troviamo grandi esplosioni cremose, bensì un senso – straordinariamente vivido – di torta paradiso, e poi anche di ciambellone appena sfornato. L’agrume invece è caldo, non limone ma mandarino, o arancia rossa. Faremmo un torto a questo whisky se dimenticassimo quei sentori di sottobosco, di conifere, di aghi di pino. Eccellente.
P: intenso e compatto, splendido davvero. Un’unica emozionante esplosione di sapori, tutti legati tra loro… Torba e mare, mineralità e sapidità sono ancora una volta devastanti, con legno e alghe bruciate, e cenere infinita. Un che di vagamente medicinale. C’è poi il cedro candito ad agitarsi sul palcoscenico, ancora la torta paradiso, lo zucchero a velo; si esibisce sfrontato anche il cereale, come a simulare una gioventù che già non c’è più. Vaniglia e pan di Spagna, forse latte condensato? E poi ancora il lato balsamico, bello sbilanciato sul pino. L’acqua plaa una dolcezza già delicata, esaltandone spigoli e acidità e rendendolo molto più agrumato.
F: infinito, intensissimo. Cenere, bruciato, costiero. Raffinatissimo, a suo modo è di una delicata brutalità.
93/100, è pressoché perfetto. Ti offre tutto quel che puoi desiderare da un malto di Islay, e lo fa con l’eleganza spigolosa e selvaggia che forse solo Lagavulin riesce a mettere in campo. Vario, complesso, intenso, compatto, isolano… Ripetiamo, a un whisky del genere non potremmo chiedere di più.
Sottofondo musicale consigliato: Genesis – The return of the giant Hogweed.
One thought on “Lagavulin 18 yo ‘Feis Ile 2016’ (2016, OB, 49,5%)”
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