A una settimana di distanza, ci pare necessario chiudere i conti con la degustazione Highland Park: assaggiamo dunque la prima espressione presentata, una miscela di botti tra i 10 e i 15 anni (quello dei due che ha partecipato alla degustazione ricordava tutte ex-bourbon first fill, ma l’internet dice che si tratta di 70% bourbon e 30% sherry: ahi, la memoria…) selezionate personalmente da Martin Markvardsen. Sotto a chi tocca.
N: già alla degustazione si commentava come questo fosse l’imbottigliamento ‘più Highland Park’ del lotto di novità presentate: se in primo piano ci sono le botti (tutte first-fill), con note sia di pasticceria, di brioche all’albicocca, di vaniglia e uvetta e frutta cotta, costanti restano le suggestioni minerali, di torba gentile, acre e minerale, senza però note di fumo. Un poco di buccia di arancia, bella matura; miele, un velo di caramello; anche spezie. Un lieve senso di tè affumicato.
P: grande intensità, e un corpo piacevolmente masticabile. Le componenti sono le medesime del naso, anche se tutto un poco potenziato: sia la vaniglia, l’uvetta, il miele, tutte suggestioni belle massicce; sia il lato minerale, che si fa più ‘sporco’, più torbato e più minerale. Ancora note di agrume maturo (arancia rossa). Molto piacevole.
F: sale ancora di più la componente torbata, che qui si fa anche evidentemente fumosa; e ancora miele e uvetta e brioche.
Buono proprio buono, e costa solo 50€. Un 10 anni con piena personalità, che non manda in soffitta le peculiarità della distilleria, rivelandosi – ad esempio – molto più respectful dell’ultimamente scialbo 12 anni, e certo molto più gradevole dei tanti imbottigliamenti per duty free messi sul mercato negli anni. Complimenti a Martin: 86/100.
Sottofondo musicale consigliato: The National – Morning Dew.
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[…] Highland Park 10 yo ‘Ambassador’s Choice’ (2015, OB, 46%) – 86/100 […]