E insomma, dopo quasi due anni e mezzo di duro lavoro e di sbronze colossali, arriviamo a pubblicare la nostra trecentesima recensione di un whisky: siccome siamo già belli e bravi, non abbiamo bisogno di celebrarci ulteriormente, ma ne approfittiamo per assaggiare qualcosa di davvero spettacolare, per coccolarci un po’. Cosa meglio di uno Springbank 21, uscito nel 1985? Si tratta della bottiglia ‘tozza’ (dumpy) con la scritta Archibald Mitchell, ed è quella stessa bottiglia che abbiamo aperto al Tasting Facile dello scorso ottobre. Il colore è rubino intenso.
N: tanto per cominciare, nel bicchiere c’è un profilo da sherry monster fatto e finito: ci sono ciliegie sotto spirito, tabacco da pipa, frutti rossi profondissimi, cioccolato fondente, tarte tatin ‘bruciacchiata’, marmellata d’arancia in cottura, prugne secche, uvetta… Man mano si fa più ‘dolce’, con frutta cotta (mele, pere), fichi secchi, frutta secca (nocciola). Ma se ci fosse ‘solo’ questo, sarebbe banalmente un whisky da sogno: il vero asso nella manica (che questo ventunenne gioca in prima mano, sia chiaro) è una teoria di aromi ‘sporchi’ da farti strappare i capelli dal giubilo: ci sono suggestioni di vecchi libri, di biblioteca, di noce, di cera… Una idea ci colpisce e un po’ unifica, è il senso di ‘chiesa’, di umido, di incenso, di fiori secchi… Top del top del top.
P: non è che uno, per quanto arditamente blasfemo, si possa mangiare una chiesa… ma quelle splendide suggestioni setose, tra l’amaro e lo ‘sporco’, l’antico, lo stantio, in qualche modo rimangono, sotto forma di noce (nocino?), di vecchio tabacco da pipa, di rabarbaro (erbe amare, in generale; genziana, ma anche chiodi di garofano), di liquirizia… Hey, però non stiamo parlando di un profilo sbilanciato, anzi!, non risulta mai legnoso né astringente; inoltre, è presentissimo un maestoso profluvio di note maltate, e di nuovo tutta la più attesa componente sherried: tarte tatin, marmellata d’arancia, cioccolato, frutti rossi…
F: erbaceo e legnosetto, con punte di cioccolato, di creme caramel. Fantastico, infinito. Che standing.
Quando nel 1572 Torquato Tasso tornava da un viaggio in Francia, in una lettera scriveva di preferire, nei vini, “un non so che, che morde e lusinga il palato e la lingua […] È l’imperfezione del mio gusto, ma io amo i vini dolci e raspanti, soprattutto quando questi sapori sono insieme”. Questo Springbank probabilmente al Tasso sarebbe piaciuto: perché è sì dolce e raspante (nel ‘500 così si definivano i passiti), ma al contempo esibisce delle caratteristiche eterodosse, certo amplificate dai trent’anni passati in bottiglia, sì che davvero “morde e lusinga” non solo il palato, ma anche il naso, e ti resta continuamente attorno; ed anche a bicchiere ormai vuoto, si potrebbe continuare ad annusare all’infinito… Uno dei whisky più buoni che abbiamo mai assaggiato, semplicemente. 95/100 è il voto che si merita; un buon modo per festeggiare i 300 whisky, no?
Sottofondo musicale consigliato: Bob Dylan – Thunder on the Mountain.
8 thoughts on “Springbank 21 yo ‘Archibald Mitchell’ (bott. 1985, OB, 46%)”
e di certo avrebbe scritto la Campbeltown liberata
Il tag “tanta roba” è davvero splendido. Cheers!
Eheh… Pareva dovuto! 😉 cosa bevi di buono, di questi tempi?
mi sono appena arrivati altri 4 talisker, ormai li devo avere tutti. di buono buono uigeadail 2013 e gran kavalan!
[…] “pasticcini ai frutti di bosco”. Poi però, a ben altra avventura siamo destinati: come nello Springbank, troviamo note di ‘chiesa’, tra una lievissima cera, torbosa, e un che di rarefatto, […]
[…] Springbank 21 yo ‘Archibald Mitchell’ (bott. 1985, OB, 46%) – 95/100 […]
[…] a cercare le bottiglie che abbiamo aperto nel corso dei cinque appuntamenti degli scorsi anni: Springbank 21 Archibald Mitchell, Rosebank 12 Zenith Import, Talisker 1947/1982 Gordon&Macphail, Linkwood […]
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