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Benrinnes 14 yo (1998/2013, High Spirits for Spirit of Scotland, 50%)

Se vi è accaduto di viaggiare per lo Speyside, di certo non potete non esservi accorti di Benrinnes, la montagna che guarda da vicino Dufftown; lo stesso nome appartiene ad una distilleria relativamente piccola (due milioni e mezzo di litri all’anno) di proprietà della Diageo. Il festival romano Spirit Of Scotland ha deciso quest’anno di affidarsi alla selezione del grande Nadi Fiori (ovvero: High Spirits) per proporre sul mercato il proprio primo imbottigliamento ufficiale, e la scelta è caduta proprio su un Benrinnes del 1998, invecchiato per 14 anni e ridotto a 50%. Assaggiamolo… Il colore è ambrato chiaro. [UPDATE: ci piace notare che ci ha scritto Pino Perrone e ha precisato che la selezione della botte è sua, mentre High Spirits è stato ‘solo’ l’imbottigliatore; diamo a Pino quel che è di Pino!]

benrinnes_light_small-copyN: attacca con una nota sulfurea (la botte dev’essere un refill-sherry [altro UPDATE: sempre Pino ci fa notare che si tratta di una botte di sherry Fino first-fill, e in effetti se fosse stato un refill le note sulfuree avrebbero avuto poca giustificazione…]), con suggestioni di polvere pirica, di fiammiferi (forse forse c’è qualcosa che ricorda il tartufo?). Vi troviamo anche una punta minerale (diciamo salamoia) e metallica, ferrosa. Senza dubbio è un naso di personalità, e anche il lato fruttato è caratterizzato da una certa intensità: frutta molto matura (anzi, marmellata), albicocca, una lieve traccia di frutta rossa… Panna cotta? Zucchero di canna? Certamente, miele e qualche suggestione agrumata. Una flebile nota di amaro d’erbe (qualcuno ha detto centerbe?). Col tempo, quegli spigoli sulfurei tendono ad arrotondarsi un po’.

P: si svela preponderante una dolcezza cremosa e maltata, anche qui – però – un po’ in coabitazione con un profilo più difficile, fatto di inserti minerali, metallici e ‘pirici’. Rispetto al naso, però, c’è più frutta rossa; in generale c’è più frutta, anche arancia un po’ ‘andata’. Cremoso (creme caramel) e con una punta di marmellata d’albicocca. Zucchero di canna.

F: bello lungo; rimane un senso metallico/minerale (che a tratti pare confondersi con una lievissima affumicatura) che si fa sovrastare da una bella dolcezza maltata.

Un whisky in crescendo: un naso che, se pur gradevole e abbastanza complesso, onestamente non ci ha convinto fino in fondo, un palato decisamente più rotondo ed equilibrato, un finale lungo ed equilibratissimo. Completamente diverso dal Benrinnes di Samaroli che avevamo recensito tempo fa, questo primo imbottigliamento di Spirit Of Scotland si guadagna un 83/100. Ne parla Andrea qui e qui trovate la presentazione ufficiale del festival, a firma Pino Perrone; costa 65 euro. [Terzo UPDATE: a proposito delle note sulfuree, Pino ci ha scritto che il nostro sample probabilmente ha “avuto dei problemi di “riduzione” poichè gli iniziali problemi sulfurei a bottiglia ossigenata svaniscono, anche in gustativa”, e in effetti quando avevamo assaggiato questo whisky al festival non avevamo riscontrato nessuna nota di tal genere. Questo serva da monito: un whisky cambia molto (ad esempio) se lo assaggiamo a bottiglia appena aperta oppure quando questa è a metà; noi poi beviamo per lo più samples che magari, talvolta, potranno aver in qualche modo influito sul distillato che assaggiamo. Quindi, valga sempre l’avvertenza che non dovete fidarvi tanto delle nostre parole, quanto delle vostre sensazioni; assaggiate prima di comprare, e prendete le nostre parole con le pinze, come abbiamo spiegato da tempo qui… Detto ciò, speriamo di avere occasione di riassaggiare presto questo Benrinnes!! Grazie infinite a Pino, è bello sapere che anche i “grandi” del whisky italiano ci leggono, e da maestri come lui c’è sempre solo da imparare.]

Sottofondo musicale consigliato: ChingonMalaguena Salerosa, da Kill Bill con furore.

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5 thoughts on “Benrinnes 14 yo (1998/2013, High Spirits for Spirit of Scotland, 50%)

    1. Ciao Giuseppe… Sei un vero connoisseur, grazie del commento! Hai perfettamente ragione, comunque; tendenzialmente però lasciamo ‘marmellata’ per il ‘senso comune’ (tipo le brioche, anche se sono d’albicocca sono ‘alla marmellata’, non ‘alla confettura’). Però è un’approssimazione, lo sappiamo… Un saluto, caro

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