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Bowmore 17 yo (1989/2007, James MacArthur for The Way of Spirits, 51%)

La Bowmore è una distilleria dalla doppia anima, in particolar modo se si prendono in considerazione gli imbottigliamenti indipendenti: talvolta si incontrano distillati indimenticabili, talvolta dimenticare è la prima cosa che si vuol fare appena si assaggia. Oggi vediamo a quale delle due categorie appartiene un Bowmore single cask invecchiato 17 anni e imbottigliato nel 2007 per The Way of Spirits, ovvero per i ragazzi che organizzano il Milano Whisky Festival. Il colore è ambrato chiaro.

N: ci accoglie un’affumicatura molto gentile (che, a dir la verità, aumenta un po’ la sua intensità con il tempo). Si distinguono piacevolissime note fruttate: cocco (e vaniglia, i due vanno spesso a braccetto), in generale frutta tropicale, ananas maturo; accanto a questo profilo, si stagliano note vegetali piuttosto decise (anice, fieno). Zucchero di canna, meringa, cioccolato al latte. Liquirizia. Non c’è assolutamente quel profilo saponoso che spesso prevale e rovina i Bowmore.

P: senz’acqua, ha buon corpo ed è tipical Islay! Il lato affumicato è molto pieno e intenso (falò spento), e affianco ecco la riconoscibile marinità del Bowmore: sale, iodio, alghe. L’immagine del falò spento è più definita ora, con una bella spiaggia sullo sfondo e una brezza marina che sposta il fumo… Deriva romantica, ok, scusate. Ad ogni modo, il carattere isolano sorprende, in un certo senso, perché al naso quasi non sembrava un Bowmore. La dolcezza è meno esuberante che sopra, con mandorla, vaniglia, liquirizia. Torna il lato vegetale (anice, té, erbe aromatiche), ma si aggiunge anche un pepato molto nitido, molto forte, a tratti sembra quasi peperoncino. Commettiamo l’errore di aggiungere acqua, e il corpo si perde un po’: soprattutto, però, è il sapone (schiuma da barba) a emergere, risultando fin troppo marcato.

F: ancora molto piccante; piuttosto persistente, tra torba, affumicato, pochissima dolcezza.

Un buon Bowmore, non incredibilmente complesso ma ben bilanciato e con qualche caratteristica inattesa che ci piace molto (un naso molto fruttato, quel piccante tra palato e finale…). Consigliamo di non aggiungere acqua, un po’ perché non ce n’è granché bisogno – la gradazione non è pungente, l’alcol non si sente tanto – un po’ perché la speranza di aprire nuove sfumature di sapore verrebbe frustrata da quel tipico sapone da Bowmore, che cask strenght è del tutto assente. Il nostro giudizio è dunque 85/100.

Sottofondo musicale consigliato: Mark KnopflerQuality shoe, dall’album The ragpicker’s dream (val la pena segnalare la splendida foto di Elliot Erwitt in copertina).

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