Una volta parlando con Fabio Rossi, l’importatore italiano dei marchi del gruppo Ian Macleod, ci disse che l’obiettivo di Smokehead era semplice: diventare il Jack Daniel’s dello Scotch. Nel senso che era stato pensato per essere “rock”, per finire nei bar frequentati dai giovani, per entrare nell’iconografia delle moto e della ribellione. Con il plus non indifferente che si tratta di un single malt Scotch whisky, e non di un whiskey del Tennessee.
In effetti, l’operazione commerciale con tanto di teschio e packaging “metallaro” è stata un successo, tanto che la gamma si è arricchita di varie espressioni, da quella a grado pieno a quella in sherry. Nel 2020 se ne sono aggiunte anche due affinate in barili ex rum, il Rum riot e il Rum rebel che assaggiamo oggi. La distilleria di Islay come sempre non è dichiarata. Il colore è aranciato.
![](https://www.whiskyfacile.com/wp-content/uploads/2022/03/smokehead-rum-rebel.jpg)
N: si coglie subito che il distillato è abbastanza giovane, ma la varietà di suggestioni è divertente. Si parte con del mandarino in mostarda, che già di per sé contiene le due anime di questo whisky: una umami e sapida, con mangime dei pesci e prosciutto di Praga laccato di miele, e un’altra fruttatona e dolce data dal finish, con pesche sciroppate, marshmallow grigliati, melassa e ananas grigliato a iosa. Le due metà si alternano, ecco comparire ora un tocco di acqua di mare, cordame dei pescherecci. Non è per niente male. La torba è possente e costiera, sulle note del catrame e della grigliata di pesce. Wurstel e acciughe sott’olio. Ma olio del motore, però.
P: resta intensamente dolce ed estremamente bruciato. Il primo impatto è di sciroppo di zucchero, ancora melassa e sugo delle pesche sciroppate. Marmellata di arance. Poi esplode una bomba H di carboni, tizzoni, legno arso: una pira in fiamme, ma senza eretici sopra. Tutto un ordito di dolcezza e bruciatura che si alternano. Zero eleganza, ma tanta potenza. Ancora ananas, con limone, zenzero e pepe. La gradazione è corretta, c’è anche un guizzo di anice.
F: braci, cenere, caramelle allo zenzero.
Occorre essere concreti e non pretendere la luna, alzando il ditino: il suo lo fa, e anche meglio del previsto. Il rum non è particolarmente evidente, ci sono whisky altrettanto dolci senza finish. Al palato è una botta di torba, ma tutto sommato non è mai atroce. Certo non è raffinato, ma è buono ti viene voglia di berne un altro e se si inizia a giocare a carte la bottiglia finisce prima che abbiate aperto a Scala 40. Lo premiamo: 85/100. Si può trovare anche qui o qui.
Sottofondo musicale consigliato: David Bowie – Rebel rebel