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#iorestoacasa Whisky Tasting vol.1: Glencadam, Royal Brackla, Kilchoman

In preparazione alla seconda degustazione online che faremo in collaborazione col Milano Whisky Festival venerdì sera (per tutte le informazioni, tenete d’occhio la nostra pagina facebook e il sito whiskyshop.it), andiamo a ripercorrere i primi cinque assaggi, i primi cinque whisky bevuti in compagnia di una settantina di appassionati lo scorso giovedì 2 aprile. Il Kilkerran 12 anni e il Caol Ila 18 anni ‘Unpeated’ li avevamo già recensiti, e vi rimandiamo a quelle impressioni, che restano valide anche dopo l’ennesimo assaggio. Ecco gli altri tre, in rigoroso ordine d’assaggio.

whiskyshop-glencadam-14Glencadam 14 yo ‘Oloroso Finish’ (2013, OB, 46%)

N: la cosa che ci piace di più di Glencadam, lo diciamo spesso, è l’onestà. Nonostante il finish, per così dire, resta evidente il distillato, con le sue screziature lievemente minerali, e in generale il profilo resta molto fresco e agile. Profuma tanto di cereale e frutta, con pesca e albicocca in evidenza. C’è anche un poco di cioccolato al latte (ovetto kinder), a fare da alfiere di una dimensione dolce, vanigliata e da pasticcino.

P: resta molto delicato, seppur con zaffatine di sapore generose, ma rispetto al naso si ricorda un po’ di più di essere un finish in sherry Oloroso: compaiono infatti inedite note di mon cheri (cioccolato e ciliegia), di frutta rossa, non intensa e monolitica ma come diluita all’interno del profilo di cui sopra. Ancora una bella pesca succosa, venata di un cereale minerale.

F: lungo e burroso, con shortbread, burro caldo e succo di pesca.

86/100. Dai, bello. Onesto e piacevole, non sarà un golem di complessità (un golem di complessità? ma cos…?) ma di certo fa il suo mestiere: farsi bere senza pensieri.

whiskyshop-royal-brackla-aeg-11Royal Brackla 11 yo (2007/2018, A&G, 55,4%)

N: esordisce esibendo tutti i muscoli della sua gradazione alcolica, senza risparmiare neppure delle note leggermente acetiche e al limite del petrolifero. Abbiamo un distillato che si presenta molto nudo: ricorda quasi a tratti un gin, molto basato sulla dominante balsamica del ginepro e con una bella acidità da lievito. Molto citrico, tanto limone; una leggera mineralità; c’è anche un astratto senso lievemente metallico (rame). Solo un po’ a fatica esce una vaniglia molto basic, al massimo con un po’ di pastafrolla. L’acqua ammorbidisce l’impatto alcolico, ma resta un whisky nudissimo e trasparente; crescono note di vaniglia, pane e zucchero.

P: il primo impatto è decisamente migliore, molto più bilanciato rispetto al naso. Se resta un po’ imbizzarrito sul piano alcolico, c’è da dire che l’effetto è più di calore che non di pungenza. I sentori restano simili, ma è l’equilibrio generale a cambiare. La dolcezza si fa più evidente, con vaniglia e con della frutta gialla che finalmente qui fa capolino; certo, ancora agrumato (ma un agrume un po’ più dolce, non solo limone – che pure resta dominante) ma decisamente più gradevole. Pane, mollica di pane. L’acqua fa lo stesso effetto che al naso, ammorbidisce ma non sposta.

F:  piuttosto lungo e nudissimo, con mandorla, limone, pane bianco zuccherato.

Semplice e onesto, ancor più del precedente: il naso è limpido ma ostico, il palato è un manualetto di distillato scozzese. Non si cerchi qui ciò che non c’è, e si apprezzi la materia prima. 82/100.

kilchomanmwf2015-1Kilchoman 2009 (2015, OB for Milano Whisky Festival, 59,1%)

N: rispetto al Brackla, la gradazione si fa sentire un po’ di meno… Questo è un whisky che parla di distilleria: senti la materia prima, ti torna in mente il malting floor, il cereale impregnato, l’erba bruciata, il profumo del kiln mentre si sta torbando l’orzo… Molto seducente. Cedro (a testimoniare un agrume verde e dolce), un poco di lime magari, e tanta cenere. Da qui prende il via un lato balsamico delizioso, erbe aromatiche bruciacchiate, aghi di pino, perfino resina. Cenere tappeto costante. L’acqua apre molto, vien fuori una bella dolcezza inaspettata.

P: esplosivo. Se non amate i whisky torbati, state lontani da questo single cask: sembra un tizzone ardente fumante. Una generosa nota di inchiostro tende a rendere il contesto ancora più estremo: a dominare la scena, in tutto e per tutto, è una torba aggressiva, intensa, amaricante e fumosissima, secca, con tanta cenere. Un lieve sentore costiero e marino (kippers affumicati, conoscete?). La torba fa pochi prigionieri: resta in disparte una dolcezza zuccherina e vagamente vanigliata, un po’ di lime, ma al massimo emerge un formaggio affumicato (scamorza). Anche qui l’acqua sposta molto, amplifica la parte marina e salata e al contempo spalanca la porta a una dolcezza addirittura fruttata: mela gialla.

F. lungo e secco, fumo, cenere, torba. In purezza. Con acqua, diventa sapidissimo, con note di salamoia.

Per chi ama pucciare la lingua in un posacenere, per chi brucia le padelle per potersi godere gli effluvi della combustione: Kilchoman così ‘estremi’ ne abbiamo incrociati di rado. E però aggiungete un goccio d’acqua, è un whisky che nuota alla grande. 87/100.

Sottofondo musicale consigliato: The Beatles – Strawberry Fields Forever.
[youtube https://www.youtube.com/watch?v=HtUH9z_Oey8&w=560&h=315]

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