Prima di Natale i gentilissimi ragazzi di Mai Diluito ci hanno inviato in omaggio alcuni cubetti di granito – e perché mai?, direte voi… Come sapete, uno dei motivi per cui si sconsiglia l’uso di cubetti di ghiaccio per il whisky è che questi inevitabilmente si sciolgono (è un brutto vizio del ghiaccio, già), per cui tendono ad alterare il distillato – l’altro, ma su questo aspetto torneremo oltre, è che l’abbassamento di temperatura ‘chiude’ lo spettro aromatico del whisky, e non gli permette di dispiegarsi appieno. Ecco, i cubetti di granito vogliono ovviare al primo di questi due inconvenienti: tenuti in freezer per qualche ora, una volta messi nel bicchiere rinfrescheranno il whisky senza diluirlo, senza cioè abbassarne la gradazione. Noi li abbiamo provati, ed ecco le nostre impressioni.
Abbiamo usato un Inchgower 12 anni, un whisky ottimo, piuttosto complesso, che conosciamo bene; abbiamo aggiunto prima due, poi tre cubetti al nostro dram, che in effetti si è rinfrescato – anche se, a dirle tutta, il whisky è tornato in fretta alla temperatura ambiente iniziale; forse avremmo dovuto metterne di più. Di certo, il raffreddamento, anche se breve, ha influito sulla complessità del whisky, che ne è risultato un po’ banalizzato. Questo porta a una considerazione: un appassionato di whisky non raffredda il proprio dram, proprio per quest’ultima ragione; e, d’altra parte, un bevitore ‘casuale’ non si cura molto del fatto che il suo whisky (o il suo drink) si ‘annacqui’ quando raffreddato. L’unica situazione in cui ci sembra che possano essere di ausilio è d’estate, se le bottiglie non sono conservate in una cantina o in un ambiente con aria condizionata: permettono di far tornare il whisky ad una temperatura adatta alla degustazione (che, come ci insegna Claudio, è di circa 15 gradi) – anche se, come detto, ne servono tanti e l’effetto è relativamente caduco.
Dunque, ad essere sinceri, non siamo rimasti particolarmente impressionati da questi cubetti, e a dirla tutta non ci paiono particolarmente utili per un appassionato di whisky… Per contro, se ne mettete tanti e se bevete in fretta, possono essere più adatti a raffreddare altri alcolici (un amaro? un Martini?), e senz’altro noi li useremo per le occasioni in cui avremo voglia di un buon amaro – di certo, questo è indiscutibile, sono proprio belli e fotogenici, e nel bicchiere fanno davvero la loro porca figura, e probabilmente vi daranno un pretesto per menarvela davanti alla fanciulla che alla festa volete sedurre con le vostre pretese da viveur. Ci permettiamo di consigliarvi, se li usate, di scegliere whisky non troppo complessi, degli entry-level, da gustare letteralmente on the rocks, come insegnava l’improvvido banconiere di Chi ha incastrato Roger Rabbit.
In conclusione ci permettiamo di evidenziare anche lo scetticismo di Lew Bryson, autore dell’ottima pubblicazione “Degustare il whisky“, che proprio non può vedere le whisky stones, come le chiama lui, e adduce motivazioni apocalittiche: “prima di tutto ci si può scheggiare un dente, e poi possono assorbire gli odori del freezer”. Non sia mai!