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Port Charlotte 5 yo (2002/2008, Fiori/D’Ambrosio/Di Lillo, 46%)

Abbiamo pensato che un piccolo bonus torbato non fosse una cattiva idea per aprire la nuova settimana, e ci siamo affidati all’esperienza degli italiani. Assaggiamo oggi un Port Charlotte ‘storico’; si tratta di un imbottigliamento molto particolare, con tre diverse etichette, una per ogni proprietario della botte. E che proprietari! Stiamo parlando di Giorgio D’Ambrosio, Franco Di Lillo e Nadi Fiori, persone che (non vi diciamo nulla di nuovo) hanno fatto e continuano a fare la storia del whisky… Port Charlotte 2002/2008, dunque, invecchiato per soli cinque anni in una botte di sherry, come è ovvio se si guarda il colore ramato scuro. Ne abbiamo portato a casa un sample dall’ultimo Spirit of Scotland, dove questa chicca concludeva una fantastica masterclass tenuta da Pino Perrone e Francesco Mattonetti.

wb0453e627-9_IM160643N: alcol morbidissimo; è molto aperto fin da subito, e fin da subito si rivela splendido. L’esordio olfattivo contiene note ‘sporche’ e inusuali davvero notevoli: carne alla brace, salsa barbecue, ma anche note di lana bagnata, di legno vecchio. Grasso di carne che cola sulle braci? L’affumicatura, certo presente, non è acre ma si lascia assaltare dalla botte; note fruttate molto calde, ci vengono in mente le prugne cotte alla cannella, oppure certe marmellate ancora in cottura… Intense note di caffè e di cioccolato amaro.

P: ancora piuttosto ‘carnoso’, con note proprio di carne secca, di carne affumicata. C’è un apporto del legno mostruoso, con uno sherry massiccio e molto tanninico che però non nasconde del tutto una succosa dimensione fruttata (frutti rossi qui; diciamo ‘infuso ai frutti rossi’?) e agrumata (arancia rossa, un po’ amarina). Note di cola, di ferrochina. Ci colpisce una suggestione di caffè turco o siriano, quello cotto nel pentolino insieme a varie spezie (chiodi di garofano, ad esempio). Il corpo è fantastico, dato che è veramente denso e ‘masticabile’. Cioccolato all’arancia.

F: prosegue sulla linea dei tannini che allappano un po’; tracce di fondo di caffè. Poco fumo, il legno si mangia via quasi tutto, con ancora resistenze di frutti rossi speziati, scorzetta d’arancia, cioccolato amaro.

Assaggiando Port Charlotte così giovani, noi francamente rimaniamo sempre a bocca aperta… Che qualità! Supersaporito ma non ‘eccessivo’; in ogni caso, certamente la botte tende un po’ a coprire il distillato, ma in questo caso – se possiamo spingerci a valutazioni del genere al cospetto di cotanti selezionatori – la qualità dell’apporto del legno è tale da rendere il risultato molto buono, molto bilanciato e per nulla banale. Ci ricorda quei pochi torbati in sherry ‘del passato’ che ci è capitato di bere; ha effettivamente un tocco ‘old style’ e vagamente orientale… Complimenti a chi l’ha scelto, e ancora più complimenti a chi ne stipa una bottiglia per le grandi occasioni. 88/100 è il punteggio che si guadagna nel nostro cahier, Serge la pensa così e Ruben così.

Sottofondo musicale consigliato: Luigi TencoVedrai vedrai.
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