Qualora qualcuno si fosse distratto, è in corso una pandemia globale che sta costringendo il mondo a cancellare la maggior parte degli eventi pubblici – la cosa ha toccato anche il mondo del whisky, e a fine maggio naturalmente il Feis Ile e gli Open Day di Campbeltown sono stati annullati. Alcune distillerie hanno imbottigliato lo stesso delle edizioni speciali e le hanno vendute sull’internet – anche Springbank ha fatto così, collegando alla vendita delle bottiglie anche alcuni eventi online tenuti qualche settimana fa. Noi ci siamo tuffati a pesce, e ci siamo portati a casa un paio di bocce e diversi samples – nei giorni scorsi abbiamo tirato il collo al più vecchio Hazelburn che ci sia mai capitato davanti, un 18 anni invecchiato esclusivamente in botti ex-Bourbon di primo riempimento. Hazelburn è la versione a tripla distillazione e senza torba, ed è sicuramente il marchio meno à la page della distilleria: meglio per noi, costa meno!

N: che profilo strano, che profilo unico! Molto interessante, con note di miele di tiglio, di vetiver, ma anche una patina di calce (molto evidente!) e cera. Torna l’amido della stireria, e laterale tende a crescere una componente costiera, salmastra, da acqua di mare. Cedro e ananas, a introdurre la parte più zuccherina, con tortine di mela glassate e budini di riso. Un sentore di zafferano, a completare una complessità incredibile. Elegantissimo.
P: incredibile, esplosivo e oleoso. Inizia sulla frutta, diciamo mela e un ricordo di frutta tropicale, ma poi si scatena l’inferno… Viene in mente… l’olio di merluzzo (che detta così suona proprio male, lo sappiamo), a testimoniare una marinità crescente, salata e pesciosa. Limone salato; o limone frizzante (le caramelline, se avete avuto un’infanzia sapete cosa sono). Arriva anche una componente mentolata, erbacea; o forse è canfora?
F: inizia sulla parte più austera, tra calce cera mare e un filo di cenere, per poi lasciare spazio a note di frutta tropicale acidula, mai dolce. Noce moscata. Il finale ricorda quasi un rum jamaicano.
L’abbiamo scritto anche sopra: Hazelburn è il marchio meno considerato tra quelli che escono dagli alambicchi e dalle cantine di Springbank, forse perché viene identificato con un profilo più leggero e più “normale” rispetto ai Longrow e agli Springbank stessi. Ed è un grave errore: l’oleosità, la ‘ciccia’ tipica dello stile di casa ci sono tutte, così come le note costiere, sapide e quelle profondamente minerali: in più, c’è una dimensione fruttata sempre molto esuberante, e questo diciottenne decisamente non fa eccezione. Il primo Hazelburn maggiorenne della nostra carriera si porta a casa un convinto 91/100. Avremmo dovuto comprarne molto di più. Underdog.
Sottofondo musicale consigliato: Idles – Mercedes Marxist.
One thought on “Hazelburn 18 yo ‘Virtual Open Day 2020’ (2001/2020, OB, 47,4%)”
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